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STATI UNITI / RUSSIAInvasione dell'Ucraina: Mosca ha pronto il pretesto?

03.02.22 - 20:00
Il Pentagono è convinto che sia pronta una «trappola mediatica» approvata ai massimi livelli del Cremlino
keystone-sda.ch / STF (Vadim Ghirda)
Fonte Ats Ans
Invasione dell'Ucraina: Mosca ha pronto il pretesto?
Il Pentagono è convinto che sia pronta una «trappola mediatica» approvata ai massimi livelli del Cremlino

WASHINGTON - Washington rilancia: non solo la Russia vuole invadere l'Ucraina, ma a questo scopo ha anche elaborato una trappola mediatica che dovrebbe falsamente accusare le forze di Kiev di un attacco con vittime civili, nelle regioni separatiste filo-russe del Donbass e anche in territorio russo. Ad affermarlo è il Pentagono, confermando quanto fatto trapelare da quattro diverse fonti dell'amministrazione di Joe Biden al Washington Post. Accuse che inaspriscono ulteriormente le tensioni dopo la decisione annunciata dagli Usa di schierare altri 3'000 soldati nei Paesi alleati dell'Europa orientale.

La «trappola mediatica» - L'operazione di Mosca, secondo Washington, è stata approvata ai massimi livelli. L'obiettivo sarebbe quello di diffondere «video di propaganda» con «cadaveri» e immagini di presunte vittime civili provocate appunto dalle forze ucraine, armate dall'Occidente, per generare una forte reazione emotiva che giustificherebbe un intervento di Mosca.

La denuncia arriva alla vigilia di una missione del presidente russo Vladimir Putin a Pechino, per l'inaugurazione delle Olimpiadi invernali, destinata a rafforzare l'asse con la Cina in funzione anti-americana. Il capo del Cremlino ha definito lui e il presidente cinese Xi Jinping due «buoni amici» con «le stesse opinioni su come affrontare i problemi del mondo». Compreso dunque il braccio di ferro che oppone in queste settimane Mosca a Stati Uniti e Nato.

Scontro con la Germania - Una sfida dai toni sempre più accesi, come testimonia l'ultimo scontro fra Russia e Germania, con la reciproca messa al bando di due canali televisivi statali. Il ministero degli Esteri russo ha annunciato la chiusura dell'ufficio di Mosca di Deutsche Welle in risposta al divieto di trasmissioni del canale in tedesco di Russia Today, emittente già accusata da diversi Paesi europei di fare da megafono per la propaganda del Cremlino. E la risposta russa non si fermerà qui.

Mosca ha infatti avvisato che varerà sanzioni contro quei funzionari statali tedeschi che abbiano avuto un ruolo nella messa al bando della tv russa, vietando loro l'ingresso in Russia. Un pessimo viatico per la visita che il cancelliere tedesco Olaf Scholz si appresta a compiere a Mosca il 15 febbraio, come leader di un Paese che ha vitali rapporti economici con la Russia e quindi tra i più interessati in ambito Ue a trovare una soluzione diplomatica. Un compito già di per sé non facile, visti gli sviluppi delle ultime 24 ore.

«Continuiamo a chiedere agli Usa di smettere di alimentare le tensioni in Europa, ma sfortunatamente gli americani continuano a farlo», ha affermato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. Nelle ultime ore, tra l'altro, Scholz ha dovuto prendere con toni bruschi le distanze dalle imbarazzanti dichiarazioni di un suo predecessore alla Cancelleria, quel Gerhard Schroeder che ora presiede il gigante petrolifero russo Rosneft e che ha accusato l'Ucraina di «bellicismo».

I mediatori - A Mosca potrebbe arrivare a breve anche il presidente francese Emmanuel Macron, il più assiduo interlocutore europeo di Putin nell'ultima settimana. Mentre con una visita a Kiev si ripropone come mediatore Recep Tayyip Erdogan. La Turchia, Paese membro della Nato, è tuttavia pronto a «fare la sua parte per risolvere la crisi tra due Paesi amici, suoi vicini sul Mar Nero», ha detto il presidente turco dopo un incontro con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. La sua speranza è di ospitare ad Ankara Putin sulla via del ritorno da Pechino, dove assisterà all'apertura delle Olimpiadi invernali. E dove, soprattutto, avrà un vertice con Xi che suggellerà il rafforzamento della partnership strategica tra i due grandi nemici di Washington.

In un articolo per la Xinhua, Putin ha tra l'altro sottolineato che tra Mosca e Pechino «si sta formando un'alleanza energetica reciprocamente vantaggiosa». E che, soprattutto, c'è un impegno ad espandere l'uso delle valute locali per i pagamenti bilaterali (140 miliardi di dollari l'interscambio nel 2021) al fine di «contrastare gli effetti negativi delle sanzioni unilaterali». Cioè quelle messe a punto da Biden nel caso di un'invasione russa dell'Ucraina per vietare alle banche di Mosca le transazioni in dollari.

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