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CRISI CLIMATICAQuasi 70 Paesi hanno firmato il Trattato dell'Alto mare

21.09.23 - 09:54
Ora, almeno 60 di loro dovranno ratificarlo affinché entri in vigore - si spera - nel 2025
Depositphotos (YuliyaKirayonakBO)
Quasi 70 Paesi hanno firmato il Trattato dell'Alto mare
Ora, almeno 60 di loro dovranno ratificarlo affinché entri in vigore - si spera - nel 2025

NEW YORK - È cominciato il processo di segnature al Trattato dell'Alto Mare adottato dall'Onu lo scorso giugno - dopo 15 anni di discussioni. Mercoledì ben 67 Paesi, tra cui gli Stati Uniti, la Cina, l'Australia, il Regno Unito, la Francia e il Messico hanno apposto il proprio timbro al documento. Ora dovranno tutte cominciare un processo di ratifica e solo se 60 di queste lo porteranno a termine, il Trattato potrà entrare in vigore a una distanza di 120 giorni dal completamento delle procedure.

Il documento è stato studiato perché si definiscano delle basi giuridiche atte a proteggere quella porzione di acqua che non si trova entro 200 miglia nautiche (370 chilometri) dalle coste e il cui controllo non ricade quindi sulle singole giurisdizioni.

Si guarda al 2025 - Secondo quanto riportato da Afp, il direttore esecutivo ad interim di Greenpeace international Mads Christensen ha manifestato la speranza che il Trattato possa entrare in vigore nel 2025, ossia quando si terrà la prossima conferenza delle Nazioni Unite dedicata agli oceani in Francia.

«Abbiamo meno di sette anni - ha aggiunto - per proteggere il 30% degli oceani».

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COMMENTI
 

ilfastidio 7 mesi fa su tio
S1, la differenza fondamentale tra il mondo scientifico e quello politico è che, nella scienza, ogni risultato deve essere riproducibile e verificabile. L'idea che il mondo scientifico sia facilmente corruttibile come quello politico è affossata dagli stessi principi del metodo scientifico: non basta corrompere 100 ricercatori per poter fare passare il proprio messaggio, poiché altri 1000 smentiranno i primi 100. E difatti esistono numerosi consessi scientifici (come il BEST di Berkeley) che sono stati sovvenzionati dalle industrie petrolifere per negare il cambiamento climatico: il problema è che, essendo ricercatori, una volta visti ed analizzati i dati, hanno letteralmente confermato i risultati che tutti conosciamo. A contestare i dati sul cambiamento climatico sono rimasti ormai in pochi: qualche azienda petrolifera ed un paio di utenti di tio.

Keope1963 7 mesi fa su tio
L’antropizzazione del pianeta non riguarda solo le acque salate o dolci, il suolo o l’aria, i due condizionatori polari e via dicendo. Ormai non c’è più un elemento sano e i “provvedimenti “ suggeriti e in parte presi fino ad ora, sono sempre stati aggirati o addirittura snobbati. L’effetto domino degli squilibri che abbiamo innescato non si fermeranno nemmeno se smettessimo immediatamente di emettere CO2 e di trasformare la deforestazione nel processo contrario. Mancano gli spazi e la volontà di salvare e tutelare la biodiversità, non abbiamo nemmeno più gli insetti necessari alle impollinazioni .. e via dicendo. Tutto ciò il mondo scientifico lo ha puntualmente segnalato al mondo politico, che invece di tutelare gli interessi comuni ha tutelato e tutelerà sempre e solo gli interessi economici di pochi. Pertanto malgrado teoricamente ci sarebbe ancora una finestra aperta per invertire la tendenza e salvare il pianeta e tutte le specie viventi, umani compresi, nella pratica corriamo veloci verso il baratro.

s1 7 mesi fa su tio
Risposta a Keope1963
le proposte avanzate per salvare il pianeta dal mondo scientifico sono insufflate nel mondo scientifico proprio da quelli che definisci essere quelli degli "interessi economici di pochi". sembra così strano o sfrontato considerare che se questi pochi che hanno interessi e poteri così forti tanto da avere in tasca i politici (come dici tu) possano avere anche in tasca anche il mondo scientifico (forse ancora più facilmente che i politici) e usare loro esattamente come usano i politici per i loro fini?

Keope1963 7 mesi fa su tio
Risposta a s1
Non mi sembra che le conclusioni degli scienziati, che vengono riprese e riportate accuratamente nei trattati siano in qualche modo fonte di provvedimenti applicati.. Io ho la forte impressione che la presa di coscienza non sia seguita da misure concrete. Inoltre le poche misure prese sono rispettate per modo di dire. Kioto? É il primo accordo internazionale che contiene gli impegni dei paesi industrializzati a ridurre le emissioni di alcuni gas ad effetto serra, responsabili del riscaldamento del pianeta. É stato adottato a Kyoto, Giappone, l'11 dicembre 1997 ed è entrato in vigore il 16 febbraio 2005. Parigi? L'accordo di Parigi è un trattato internazionale stipulato tra gli Stati membri della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC), riguardo alla riduzione di emissione di gas serra e alla finanza, raggiunto il 12 dicembre 2015 e riguardante il periodo a decorrere dal 2020. Siamo al palo e malgrado il ritardo e la lentezza con le catastrofiche conseguenze ormai innegabili, non si cambia approccio. Non si può aspettare il 2030 o il 2050 e già dicendo. Saranno i nostri figli a pagarne le conseguenze.. io sono vecchio, dispiace per i giovani.

s1 7 mesi fa su tio
"È cominciato il processo di segnature al Trattato dell'Alto Mare adottato dall'Onu lo scorso giugno - dopo 15 anni di discussioni". deepl ok, rileggere meglio

falco8 7 mesi fa su tio
questa é una buona notizia.
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