Batteri e virus sono sempre più resistenti ai farmaci

L'allarme dell'Onu, fra i motivi il fatto che li si usa troppo spesso
NEW YORK - In tempi di pandemia non tranquillizza sapere che nel mondo guadagna terreno la resistenza di batteri, virus, funghi e parassiti ai farmaci. Dunque aumentano le infezioni difficili da trattare e il rischio della diffusione di malattie.
È quanto rileva l'Onu denunciando che la resistenza ai trattamenti antimicrobici è ormai una realtà. Persone, piante e animali in tutto il mondo stanno morendo a causa di infezioni che non possono essere curate.
La resistenza che si va sviluppando, a un ritmo sostenuto, agli antimicrobici, che includono antibiotici, antivirali, antifungini e antiparassitari, è dovuta a molteplici fattori tra cui l'uso eccessivo di farmaci nell'uomo, nel bestiame e nell'agricoltura e la mancanza di accesso all'acqua pulita, ai servizi igienico-sanitari e all'igiene.
Le stime dell'Onu parlando di 700'000 persone che ogni anno muoiono a causa di infezioni resistenti agli antimicrobici e di innumerevoli animali malati che non rispondono al trattamento.
«La resistenza a questi farmaci - avverte l'Onu - è una grave minaccia globale per la salute pubblica, la sicurezza alimentare, nonché per i mezzi di sussistenza, la produzione animale e lo sviluppo economico e agricolo».
In soli 10 anni, 24 milioni di persone, l'equivalente della popolazione australiana, potrebbero cadere in condizioni di estrema povertà a causa della resistenza agli antimicrobici.
L'alimentazione e l'agricoltura hanno un ruolo chiave da svolgere nella prevenzione, è necessario adottare misure in tutte le fasi della catena alimentare per rallentare la diffusione della resistenza e per garantire un uso più responsabile degli antimicrobici. Per questo l'Onu celebra la Global Antimicrobial Use Week che mira a sensibilizzare sul fenomeno e a incoraggiare gli operatori sanitari e i responsabili politici ad adottare le migliori pratiche per evitare che la resistenza agli antimicrobici dilaghi.
La Fao ha già dato il via a progetti in più di 40 paesi in Africa, Asia e America Latina per capire meglio come aiutare i settori a base di prodotti alimentari e agricoli a fare un uso più responsabile degli antimicrobici.




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