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ITALIAProcesso bis di Eternit: la procura ricorre in Cassazione

12.01.17 - 12:59
L'imputato è l'imprenditore svizzero Stephan Schmidheiny, sotto accusa per le morti che sarebbero state provocate dall'amianto
Processo bis di Eternit: la procura ricorre in Cassazione
L'imputato è l'imprenditore svizzero Stephan Schmidheiny, sotto accusa per le morti che sarebbero state provocate dall'amianto

TORINO - Finisce in Cassazione il caso Eternit bis. La procura generale del Piemonte ha presentato ricorso contro la decisione con cui, lo scorso 29 novembre, un giudice del tribunale di Torino, Federica Bompieri, aveva cancellato l'accusa di omicidio volontario e aveva diviso il maxi-processo (con un solo imputato, ma per 258 morti da amianto) in quattro tronconi diversi.

L'iniziativa è stata presa in prima persona dal procuratore generale, Francesco Saluzzo. «Dopo avere esaminato gli atti - spiega - mi sono convinto che l'accusa di omicidio con dolo sia fondata». Seguono le firme del sostituto pg Carlo Maria Pellicano e, per la procura ordinaria, del pm Gianfranco Colace, il magistrato che nel processo in aula sostiene la pubblica accusa.

La decisione della giudice Bompieri, accolta con favore dai difensori dell'imprenditore svizzero Stephan Schmidheiny, era stata in punta di diritto. Una volta stabilito che non si dovesse procedere per omicidio volontario ma per omicidio colposo, sia pure aggravato dalla previsione dell'evento, la conseguenza era stata lo "spezzatino".

Solo una minima parte del processo Eternit (relativa al decesso di due persone) poteva restare a Torino; il resto del fascicolo doveva prendere le strade per Napoli, Reggio Emilia e Vercelli, sedi competenti per le morti avvenute negli altri stabilimenti italiani della multinazionale. Il motivo è che con la caduta dell'ipotesi del dolo cadeva anche la cosiddetta "continuazione" (la formula giuridica che permetteva di tenere insieme il maxi-processo) tra le varie vicende.

«A nostro avviso - dice Saluzzo - il vertice dell'azienda era pienamente consapevole di quello che stava succedendo. Degli enormi problemi provocati dall'amianto. Nelle carte raccolte durante le indagini preliminari ci sono tracce evidenti delle attività di disinformazione che la Eternit, per decenni, ha portato avanti per minimizzare o nascondere. Arrivando anche a pubblicizzare notizie pseudoscientifiche sulla mancanza di pericoli».

Se la Cassazione sposerà la tesi della procura generale piemontese, il maxi-processo farà ritorno a Torino. Non ci sarà, inoltre, il rischio che molti dei casi contestati cadano in prescrizione.

L'Ona (Osservatorio nazionale amianto) ha espresso "soddisfazione" per la mossa di Saluzzo e colleghi.

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