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CANTONERecinzioni che diventano trappole mortali per gli animali selvatici

22.10.21 - 20:12
In Svizzera si stima che ogni anno migliaia di animali muoiano a causa dei mezzi di cinta.
FCTI
Il materiale fotografico fornito dalla Federazione dei cacciatori ticinesi potrebbe urtare le persone particolarmente sensibili.
Recinzioni che diventano trappole mortali per gli animali selvatici
In Svizzera si stima che ogni anno migliaia di animali muoiano a causa dei mezzi di cinta.
Un'interrogazione vuole ora accendere i riflettori sulla problematica e chiedere di proibire l’uso del filo spinato su tutto il territorio cantonale.

BELLINZONA - «Nessuno ha il diritto d'infliggere ingiustificatamente dolori, sofferenze o lesioni a un animale, porlo in stato d’ansietà o ledere in altro modo la sua dignità. È vietato maltrattare e trascurare gli animali o affaticarli inutilmente». L’art. 4 cpv. 2 della Legge sulla protezione degli animali parla chiaro. Per questo diversi deputati - Sebastiano Gaffuri (PLR) e Claudio Isabella (PPD) i primi firmatari - hanno deciso di presentare un'interrogazione interpartitica che ha come oggetto alcuni tipi di recinzione presenti sul territorio ticinese, «che sono trappole letali per la selvaggina».

Da qualche anno la Federazione dei cacciatori ticinesi (FCTI) - attraverso la propria rivista, il suo sito internet e la sua newsletter - denuncia la letalità di alcuni tipi di recinzione, segnatamente quelle denominate «flexinet» (reti elettrificate), ma anche reti metalliche a nodi o il filo spinato (peraltro vietato in parecchi cantoni). Secondo uno studio del 2020 si stima che in Svizzera siano dai 3’000 ai 4'500 gli animali morti nelle recinzioni, tra terribili sofferenze che possono durare anche giorni interi. Il 70% delle morti è attribuibile alle reti elettriche e riguardano in particolare caprioli, camosci, cervi, ma altresì volti, lepri, mustelidi, cinghiali e cigni.

Tuttavia a livello cantonale l'utilizzo dei mezzi di cinta «che possono ferire gravemente uomini o animali» è vietato solamente «lungo le strade pubbliche, se posti a meno di due metri d’altezza dal livello della strada». Si tratta dunque di una norma di natura edilizia limitata ai terreni che costeggiano le strade. Non risultano invece altre normative cantonali che disciplinano la posa delle recinzioni sul territorio ticinese.

L'obiettivo dell'atto parlamentare non è di conseguenza solamente quello di accendere i riflettori sul tema e fare da tramite fra la FCTI e il Consiglio di Stato, ma anche quello di chiedere di adottare delle norme cantonali in materia, che definiscano l’uso appropriato delle recinzioni a tutela della selvaggina. Ad esempio vietando l'uso del filo spinato su tutto il territorio cantonale.

Ecco tutte le domande contenute nell'interrogazione:

    1. Il Consiglio di Stato è a conoscenza della problematica? Esistono dei dati al proposito?
    2. Se sì, come intende affrontare la questione? Non sarebbe ora di perlomeno proibire l’uso del filo spinato su tutto il territorio cantonale e non solo lungo le strade?
    3. È già successo che vi siano stati degli interventi per animali intrappolati? Quale ufficio cantonale interviene in questi casi? Risultano delle contravvenzioni comminate al proposito? Quante? Su quale base legale? A quanto ammontano? 
    4. Risulta che il Cantone abbia sussidiato la posa di reti elettrificate, in particolare nell’ambito della limitazione dei danni causati dalla selvaggina (misure di prevenzione secondo il RLCC)? Se sì, non sarebbe il caso di non più sussidiare, in qualunque ambito, la posa di questo o di ogni altra recinzione pericolosa?
    5. Il CdS prevede di adottare delle norme cantonali in materia che definiscano l’uso appropriato delle recinzioni a tutela della selvaggina?
    6. Se sì, quali sono le modalità (ad es. nuove norme nella legge sulla caccia) e le tempistiche?
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