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«Quest'estate troppi giovani a casa»

I Giovani UDC ticinesi sono preoccupati per la disoccupazione under 25. E chiedono misure urgenti
tipress
«Quest'estate troppi giovani a casa»
I Giovani UDC ticinesi sono preoccupati per la disoccupazione under 25. E chiedono misure urgenti
BELLINZONA - Il coronavirus presenta il conto ai giovani. Gli economisti sono preoccupati per le conseguenze della crisi post-Covid 19 sul mercato del lavoro. A farne le spese, secondo alcuni esperti, saranno proprio le generazioni più giovani...

BELLINZONA - Il coronavirus presenta il conto ai giovani. Gli economisti sono preoccupati per le conseguenze della crisi post-Covid 19 sul mercato del lavoro. A farne le spese, secondo alcuni esperti, saranno proprio le generazioni più giovani: i disoccupati under 25 si prevede aumenteranno drasticamente a partire da questa estate. 

I campanelli d'allarme suonano già da un paio di mesi. Ad aprile il tasso di disoccupazione in Svizzera è aumentato del 14 per cento (oltre 150mila unità) rispetto a marzo. I disoccupati under 25 sono aumentati ancora di più, del 18 per cento, con un incremento del 60 per cento rispetto allo stesso mese dell'anno scorso. 

 

I dati preoccupano la politica. I Giovani UDC ticinesi hanno diramato sabato un comunicato per chiedere una serie di misure urgenti. Il rischio - sottolineano i democentristi - è che «molti apprendistati e posti di lavoro vengano soppressi» in un momento in cui «migliaia e migliaia di piccole e medie imprese si battono per la loro esistenza». 

Le proposte dei giovani UDC si articolano in quattro punti. Agevolazioni fiscali (fino a uno sgravio del 20 per cento) per le aziende che assumono apprendisti o dipendenti sotto i 25 anni. Deregolamentazione dell'apprendistato, su cui graverebbe «un eccesso di burocrazia». Limitare la libera circolazione dei lavoratori, con la possibilità di assumere stranieri «solo se non è disponibile un lavoratore indigeno altrettanto qualificato».

E infine una stoccata sugli esami scolastici. Secondo i Giovani UDC, devono essere svolti regolarmente, «per non compromettere la fiducia dell'economia nel livello di istruzione». Laddove siano già stati annullati, i democentristi chiedono che sia rilasciato un certificato che «indichi chiaramente ciò che i diplomati e gli apprendisti hanno effettivamente conseguito e ciò che le aziende possono chiedere a livello di conoscenze». 

 

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