Cerca e trova immobili

BELLINZONAYasin: "Da oggi non posso più lavorare in quel salone"

28.02.14 - 17:06
L'amarezza del giovane parrucchiere iraniano, che ora non può più esercitare la professione. Il suo destino in Svizzera resta appeso a un filo
None
Yasin: "Da oggi non posso più lavorare in quel salone"
L'amarezza del giovane parrucchiere iraniano, che ora non può più esercitare la professione. Il suo destino in Svizzera resta appeso a un filo

BELLINZONA - L'ufficio stranieri aveva parlato chiaramente: Yasin non è più in regola, pertanto non potrà più lavorare come parrucchiere nel salone Rosetta di Bellizona. Yasin Rahmany, contattato telefonicamente conferma: "Oggi, venerdì 28 febbraio, è il mio ultimo giorno di lavoro, da domani resto a casa. Non sono stato licenziato ma la mia titolare preferisce non avere problemi con la legge".

Problemi che ora piovono tutti sul 23enne richiedente d'asilo: "Il fatto è che non si sa per quanto tempo durerà questa situazione. Posso stare qualche settimana senza lavorare, ma se le cose vanno per le lunghe io non so come pagare l'affitto e la cassa malati".

Rosetta Pace, titolare del salone in cui lavora Yasin, ci ha spiegato che in realtà i disagi dovrà sopportarli anche lei: "Nel salone gli unici parrucchieri formati siamo io e Yasin, gli altri sono apprendisti. Ho bisogno di avere qualcuno di affidabile quando non sono presente. Le qualità di Yasin sono difficili da trovare".

Formalmente il giovane iraniano non è stato licenziato, e Pace non ha nessuna intenzione di farlo: "Io continuo a sperare in una soluzione positiva".

Il Governo cantonale in questi giorni ha voluto approfondire il caso, prima di decidere se dare un parere favorevole e inoltrarlo a Berna. Restano comunque aperti diversi interrogativi: da una parte si sospetta che l'intervento possa essere tardivo, considerato che il 23enne è in Ticino da 6 anni, dall'altra c'è chi ipotizza che l'approfondimento possa essere stato condizionato dalla pressione mediatica e popolare delle ultime settimane.

Attualmente per il richiedente d'asilo la possibilità di restare in Svizzera sembrerebbe esigua. Nonostante ciò, una richiesta di proroga per consentire a Yasin di lavorare è stata inoltrata all'Ufficio stranieri, con l'obiettivo di permettere al giovane di sostenersi economicamente da sé piuttosto che andare in assistenza.

Contattato telefonicamente Attilio Cometta, Capoufficio dalla Sezione dei permessi e dell'immigrazione, ci conferma che riguardo alla richiesta di proroga è in corso una valutazione e che a breve sarà dato un responso.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 
NOTIZIE PIÙ LETTE