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MAGGIA«Vengono dal Belgio per fare i capannari in Ticino»

22.02.24 - 06:30
Da turisti a guardiani di un rifugio: scoperte le bellezze alpine ticinesi, gli escursionisti ci ritornano per lavorare gratuitamente
Foto CAS - Club Alpino Svizzero
Fonte CAS Locarno
«Vengono dal Belgio per fare i capannari in Ticino»
Da turisti a guardiani di un rifugio: scoperte le bellezze alpine ticinesi, gli escursionisti ci ritornano per lavorare gratuitamente

MAGGIA - Ci vengono da turisti e ci ritornano da capannari. Dal Belgio e dall'Olanda, anche. Sono gli escursionisti stranieri che si innamorano delle montagne ticinesi e poi vi fanno ritorno prestando la loro opera dentro le capanne che si trovano qua e là negli angoli alpini del cantone.

Dalla Germania e dal Belgio per fare i capannari - «Abbiamo una coppia di Berlino, una del Belgio oltre a degli escursionisti svizzeri che vengono a fare per una settimana il capannaro - rivela Urs Grässlin, Responsabile finanze del Cas di Locarno - avendo vitto e alloggio. Stanno nelle nostre capanne, mangiano insieme agli altri turisti e svolgono il loro lavoro ovviamente gratuitamente. Abbiamo molte richieste per ricoprire il ruolo di capannaro, ci sono più candidati di quelli di cui necessitiamo».

Le due capanne ticinesi che hanno avuto il boom di pernottamenti: Alzasca e Cadlimo - La riscoperta degli angoli di montagna ticinesi sta scritto dentro il bilancio della stagione estiva 2023 nelle capanne del Club Alpino Svizzero: il Ticino svetta con due dei suoi rifugi, Alzasca (in Valle Maggia) e Cadlimo (in Alta Leventina). La prima si è distinta per l'impennata del suo score, nell'insieme dell'anno, dei pernottamenti (che mai come quest'anno avevano raggiunto quota 1887, con un incremento del 30%), la seconda per le 4mila e trecentosessanta notti trascorse fra le sue pareti da più escursionisti (+18,4%).

I frequentatori delle capanne: svizzero-tedeschi e olandesi - Ma chi sono gli amanti della montagna che hanno fatto fare il grande salto in classifica alle capanne ticinesi? «Nelle nostre Alzasca e Basodino prevalentemente svizzero-tedeschi, e poi gli olandesi» spiega Grässlin. I numeri percentuali che raccontano l'aumento di escursionisti non sono per niente trascurabili e Grässlin se lo spiega con una «riscoperta delle risorse naturali nazionali dopo il Covid».

Il bisogno di natura - Il bisogno di silenzio, il contatto con quella natura che ripaga da afflizioni fisiche e morali, le proprietà benefiche che apporta il camminare per i sentieri di montagna, benefici che il viandante conosce bene: «Vanno da una capanna all'altra - racconta - arrivati ad esempio qui all'Alzasca si fermano una notte e poi riprendono il cammino il giorno dopo per raggiungere un altro rifugio alpino».

Contabile e capannaro - Grässlin tiene i conti del Cas Locarno ma alla capanna dedica del tempo (ovviamente gratuitamente) anche per fare dei lavoretti, svolgere piccole riparazioni e pensare ai rifornimenti per la parte ristoro. Qui l'escursionista può sostare e rifocillarsi trovando una cucina con una stufa a legna e da dormire (20 i posti letto disponibili ripartiti nei due stabili che compongono la capanna). Anche Grässlin, come i turisti, oltre che nei meandri delle cose contabili si cala una settimana all'anno anche in quelli del capannaro».

«Come contabile del Cas Locarno, almeno 1 o 2 giorni alla settimana lo dedico a tenere i conti: poi all'apertura e alla chiusura di stagione però vengo su, per dare istruzioni e mettere un pò a posto, oltre alla mia settimana da capannaro».

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