Carla Del Ponte: «Al più presto un mandato di cattura per Putin»

La ticinese, sui crimini di guerra e contro l’umanità dell'esercito russo: «È sicuramente lui il primo responsabile»
LUGANO - Vladimir Putin, criminale di guerra e genocida, come già Milosevic e Karadzic? Non è affatto da escludere, parola della ticinese Carla del Ponte sentita in intervista da Repubblica e pure della stampa domenicale ticinese.
«Un mandato di cattura contro Putin? Mi auguro che sia emesso il prima possibile», ha commentato al quotidiano italiano l'ex-procuratrice capo del Tribunale dell Aja secondo cui «Putin è sicuramente il primo responsabile dei crimini contro l'umanità commessi - e che si commettono tutt'ora - in Ucraina. Quanti e quali, saranno poi le prove e l'inchiesta a stabilirlo».
Tornando all'Ucraina, a scuotere Del Ponte è l'atrocità delle fosse comuni: «È una cosa che non avrei voluto vedere mai più», e all'elemento di disumanità si allaccia anche quello dell'indagine: «sono corpi non identificati e dei quali è purtroppo impossibile verificare la causa di morte... elementi entrambi imprescindibili per l'inchiesta. E non basta di certo che siano stati chiusi in sacchi di plastica».
Parlando di Putin e del suo mandato internazionale: «Anche se verrà emanato non significa che verrà arrestato, perché se resta in Russia non sarà mai preso. Però gli sarà impossibile uscire dal Paese, e questo sarebbe un segnale importante». Affinché si arrivi a questo, però, la Corte penale internazionale deve concludere il più rapidamente possibile un'inchiesta preliminare e formulare un atto d'accusa: «Sono sicura che sia fattibile».
I crimini di guerra e contro l'umanità, in questo conflitto d'altronde si sprecano: dal bombardamento senza sosta dei corridoi umanitari alle accuse da parte ucraina dell'uso di armi chimico-batteriologiche, agli stupri sistematici delle donne da parte dei soldati russi in una sorta di crimini nel crimine: «Mi auguro che le testimonianze delle vittime siano raccolte, perché sia fatta giustizia», annuisce Del Ponte.
Cambiando in parte argomento, e virando sulle richieste di Zelensky: «Lui fa bene a chiedere giustizia e a ripeterlo continuamente», per quanto riguarda la questione della “no fly zone”, la ticinese si mostra comprensiva: «Capisco la preoccupazione di una terza guerra mondiale che va certo evitata, ma poi mi chiedo se il prezzo può essere il sacrificio della popolazione civile dell'Ucraina».




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