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GUDOL'ex calciatore che vive in roulotte: «Chiedo il suicidio assistito»

02.05.17 - 08:02
Ziko da Silva è stato una promessa del calcio brasiliano. Un incidente alla gamba gli ha cambiato la vita. E ora vuole farla finita
foto tio.ch - 20 minuti
L'ex calciatore che vive in roulotte: «Chiedo il suicidio assistito»
Ziko da Silva è stato una promessa del calcio brasiliano. Un incidente alla gamba gli ha cambiato la vita. E ora vuole farla finita

GUDO - I turisti vanno e vengono al campeggio “Isola” di Gudo, ma c'è una roulotte che resta sempre al suo posto. Ziko da Silva saluta sull'uscio, dove sventola la bandiera brasiliana. «Venite, venite a vedere come vivo». L'ex calciatore si muove con le stampelle tra i ricordi di una vita dedicata al pallone, dal Porto all'Arbedo («quello degli anni d'oro»). I ritagli di giornale raccontano una carriera interrotta nel 1985. «Un'auto mi stava per ammazzare. Da allora questa gamba non mi dà pace» spiega il 60enne, che vive con 1300 franchi al mese di invalidità. «Per me e mia moglie bastano appena a mangiare e a curarci. Andiamo avanti a stenti, grazie alla solidarietà di tanti amici ticinesi. Ma ne ho avuto abbastanza» spiega. Il passo è di quelli estremi: «Ho deciso di fare richiesta per il suicidio assistito». 

I motivi della scelta non sono (solo) economici, assicura Ziko. Da tre anni a questa parte le sue condizioni di salute si sono aggravate. Un intervento alla gamba andato male, in una clinica zurighese, lo costringe ad iniezioni quotidiane di morfina. «Ho sempre vissuto con dignità. Ma la situazione è insostenibile: di recente mi sono trovato a dormire in auto per settimane, finché questo campeggio mi ha accolto, con grande umanità». Nella piccola roulotte l'ex calciatore conserva pile di documenti, lettere senza risposta alla Suva, ultimatum dell'Ufficio stranieri. «Ho provato per anni a districarmi tra le carte, per far valere i miei diritti di uomo e invalido, inutilmente: sono come stretto in una morsa». Per questo, settimana scorsa il 60enne ha mosso i primi passi per richiedere il suicidio assistito in Svizzera interna, attraverso il proprio medico. «Paura di morire? No. Ci ho pensato a lungo – spiega – penso che almeno questo diritto nessuno possa togliermelo».   

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