Cerca e trova immobili

TICINOCaso UBS, i politici ticinesi: "Segreto bancario addio..."

20.02.09 - 11:13
Ti-Press Carlo Reguzzi
Caso UBS, i politici ticinesi: "Segreto bancario addio..."

BELLINZONA - Vale ancora la pena mantenere il segreto bancario in Svizzera? Una domanda che ci si pone all'indomani della vertenza tra UBS e il governo americano. L'ammissione della più grande banca elvetica di aver aiutato clienti statunitensi a evadere le tasse indubbiamente è stato un colpo molto duro per l'immagine del nostro paese. Innanzitutto perché la banca elvetica è chiamata ora a sborsare 780 milioni di dollari (925 milioni di franchi), di cui 400 sono per i pagamenti fiscali e 380 per l'accordo raggiunto con la Sec. L'accordo raggiunto prevede inoltre che UBS cessi il più rapidamente possibile di offrire servizi bancari ad americani in possesso di conti non dichiarati al fisco.

Secondo l'opinione di alcuni esponenti politici nostrani la vicenda UBS rappresenta l'ultima di una fase di cambiamento della storia svizzera. Per il nostro paese infatti, come ha osservato il coordinatore dei Verdi Sergio Savoia, non bisogna tanto chiedersi se vale la pena mantenere il segreto bancario, ma cominciare ad affrontare da subito una realtà, considerata sempre più prossima, in cui il segreto fiscale non esisterà più.

Alex Pedrazzini, granconsigliere PPD
"La Svizzera sta facendo quello che a militare si chiama "combattimento ritardatore". La pressione nei nostri confronti aumenta e l'ultimo contenzioso fra UBS e Stati Uniti dimostra che l'Europa e gli Stati Uniti possono dire un giorno: adesso basta. Io temo che per le banche svizzere la pressione continuerà ed aumenterà. In Svizzera si cercherà di limitare i danni, ma penso che sarà alla fine vincente chi non trova giusto (il resto dell'umanità) che vengano sottratti soldi al fisco del proprio paese per nasconderli in Svizzera. Il fatto che UBS abbia compiuto un gesto di buona volontà per evitare di pagare un prezzo ancora più alto ne è la dimostrazione. Penso che stiamo arrivando al tramonto del segreto bancario. Un processo inesorabile. E io mi chiedo: fino a quando gli altri ci permetteranno di mantenere il segreto bancario?  Il cambiamento è dietro l'angolo ed è inevitabile".

Pierre Rusconi, Presidente UDC
"Temo purtroppo che il segreto bancario, così come è attualmente concepito, non rispecchi più quello che era il concetto di base. Attualmente va bene per gli onesti che vogliono mantenere personali le proprie informazioni, ma per altri scopi, che non erano nemmeno nobili, non ha più nessun senso. Aloo stato attuale credo che crei più problemi di quelli che effettivamente risolve. Purtroppo da punto di forza è sicuramente diventata una debolezza. Il dubbio che il segreto bancario possa servire a celare pratiche illegali è sempre più comune anche se, e ci tengo a precisarlo, non è così. L'immagine attuale della Svizzera è quella di un paradiso fiscale. Un aspetto sul quale si deve fare chiarezza: la Svizzera non è un paradiso fiscale. In questa difficile situazione economica diamo però modo a tutti gli altri Stati di giocare questa carta. Il problema che dobbiamo affrontare ora è come eliminare il segreto bancario. Si deve trovare una via che sia tra la trasparenza legale e la tutela della privacy. Certo che oggi come oggi il segreto bancario fa della Svizzera un bersaglio, anche senza le ragioni legali".

Sergio Savoia, coordinatore dei Verdi Ticino
"Dipende dai punti di vista. Sicuramente, dal punto di vista delle banche, il segreto bancario conviene mantenerlo. Il segreto bancario svizzero assicura sia ai clienti svizzeri, sia a quelli stranieri una discrezione che nei paesi che ci circondano non c'è. Il problema ora è chiedersi se è possibile salvarlo. Dopo il passo di UBS di ieri, evidentemente, la situazione cambia. Non scordiamoci che le grandi banche svizzere sono diventate dei player globali ed è sempre più difficile mantenere il nostro splendido isolamento. La domanda che ci dobbiamo porre è semmai questa: lo stato deve continuare a sostenere le banche a spada tratta come ha fatto finora? Anche quando le banche sbagliano come è stato il caso di UBS? Ora direi che è giusto pensare al dopo segreto bancario, cercando di investire sulla professionalità, sui servizi, sulla stabilità del nostro sistema. Basare la nostra competitività solo sul segreto bancario non è più una buona idea. La Svizzera cambia, aldilà delle visioni mitologiche di certe frange politiche che vedono il segreto bancario come uno delle vacche sacre della nostra identità, ed è un paese in movimento come tutti gli altri. La nostra identità non sarà più 'segreto bancario e discrezione' ma quella di un paese aperto al mondo. La vicenda UBS dimostra che gli altri non sono così degli sprovveduti: hanno mezzi e strumenti per fare ragionare anche l'UBS. Dobbiamo evitare di continuare a identificarci con le banche. Anche qui in Ticino non dobbiamo scordare che la nostra economia non è costituita soltanto dalle banche, dal turismo, il crottino e l'edilizia. In Ticino esiste un comparto manufatturiero importante, competitivo e avanzato. Puntare sull'industria finanziaria e dei servizi basata soltanto sull'evasione fiscale non mi sembra, in definitiva, una grande via di sviluppo".


Marina Carobbio, consigliere nazionale PS
"Secodno me il segreto bancario così come è previsto in Svizzera non ha più senso. Il caso UBS lo ha dimostrato. Noi abbiamo delle norme che riguardano anche la collaborazione con gli stati esteri, ma far valere il segreto bancario quando viene accertata l'evasione fiscale, secondo me è ingiusto. Fare la distinzione quindi tra frode fiscale ed evasione fiscale sull'applicazione del segreto bancario è sabagliato. È una distinzione assurda e ingiusta e che va rivista. Non vedo perché una persona che evade il fisco non possa essere perseguita. Dobbiamo rimettere in discussione il segreto bancario".


Nicola Brivio, capo gruppo PLRT al Gran Consiglio
"Secondo me è importante conservare il segreto bancario e non buttare, a causa di questo episodio, un elemento importante del nostro sistema giuridico che sicuramente ha dato valore alla piazza finanziaria svizzera. Bisogna capire che nel caso tra UBS e Stati Uniti si parla di frode fiscale che già attualmente non è protetta dal segreto bancario; seppure importante si dovrà ridimensionare quello che è l'avvenimento balzato agli onori della cronaca. Probabilmente anche una certa cattiva informazione può rafforzare può quell'opinione pubblica estera secondo cui il segreto bancario sia sinonimo di frode fiscale e può rafforzare la posizione di coloro che hanno l'interesse che il segreto bancario venga a cadere, a vantaggio loro. Di sicuro gli istituti bancari avrebbero tutti gli interessi a spiegare bene e a chiarire quali sono le caratteristiche del segreto bancario".

 

p.d'a./s.g.


Foto apertura: Ti-Press

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE