Questa la premessa di un comunicato stampa diramato oggi dal presidente dell’Associazione Liberisti Ticinesi Gabriele Lafranchi.
"Ciò che caratterizza l’uomo - prosegue Lafranchi, sintetizzando De Soto - è la capacità di scoprire, creare e concretizzare tutta una serie di opportunità. L’abilità del singolo individuo è quella di intraprendere, e se il pensiero correre a gente come Bill Gates, vale la pena ricordare che non è prerogativa dei ricchi. Anche Madre Teresa di Calcutta agiva, ognuno di noi lo fa. Ogni atto dell’intraprendere passa per tre stadi: la creazione dell’informazione (la scoperta dell’idea), l’individuazione della sua urgenza e necessità, l’effetto di aggiustamento degli altri individui a questa scoperta. Tutti ciò ci porta a comprendere come la società sia estremamente complessa, complessità che è l’essenza stessa dell’esistenza degli esseri umani e delle loro scoperte e aspettative".
"L’economista spagnolo - prosegue la nota stampa - passa poi a definire il socialismo. E’ socialismo “qualsiasi sistema o istituzione che pratica una continua aggressione al libero esercizio dell’intraprendere”. Ci sono due tipi di coercizione, quella esercitata dai ladri e quella operata dagli uomini dello Stato, la seconda è l’essenza del socialismo. Lo Stato si sostituisce alla libera intrapresa di tutti i membri della società e impone i suoi obiettivi e le sue visioni dall’alto. Una volta definito cosa sia il socialismo De Soto spiega perché è un errore intellettuale e persino scientifico: semplicemente “perché il governo, chiamato ad esercitare la coercizione, non è in grado di ottenere le informazioni necessarie per coordinare i propri ordini”. E’ qui che sta il paradosso del socialismo. Le ragioni sono sostanzialmente quattro: 1) un governo non può riunire tutte le idee e le intenzioni degli individui (le informazioni da raccogliere sono troppe), 2) le informazioni non sono a disposizione come lo sono le informazioni contenute in un elenco telefonico, le informazioni imprenditoriali sono soggettive, tacite e non oggettive; 3) l’uomo scopre sempre nuove cose, ha nuove idee e in questo processo dinamico lo Stato deve poter sapere cosa succederà domani. Ma per anticipare deve poter raccogliere oggi le informazioni sul frutto dell’azione umana e pianificare il domani, cosa che appare alquanto improbabile; 4) costretto ad agire ricorrendo all’uso della forza, il socialismo altera, modifica e/o cancella, proprio quelle informazioni di cui necessita per dare gli ordini dall’alto. Il socialismo taglia il ramo sul quale è seduto. Non può fare altrimenti".
"E’ quindi errato ritenere - conclude Lafranchi - che cambiando le persone, eleggendo gente onesta, la situazione finirebbe per cambiare. Il difetto è a monte. Contrariamente a quanto si sente spesso in giro, oggi viviamo in una società in cui il socialismo, in quanto concezione filosofica, è molto presente, un po’ in tutti i partiti, anche in quelli che si richiamano ad una matrice cristiana e persino liberale. Troppa gente continua a chiedere l’intervento pubblico, presupponendo, più o meno consapevolmente, che tutte le informazioni siano conosciute. Ma non è così. E questo non è solo un atto di presunzione intellettuale è anche un falso logico. L’uomo non è Dio. In realtà siamo confrontati ogni giorno alla nostra ignoranza, al cambiamento continuo provocato dall’agire degli uomini nel tempo che passa, e alle conseguenze inintenzionali delle nostre azioni".