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TICINORazzismo? È nascosto, ma c'è

18.09.03 - 07:46
Ermete Gauro della Commissione cantonale contro il razzismo:
Foto Ti-Press
Razzismo? È nascosto, ma c'è
Ermete Gauro della Commissione cantonale contro il razzismo:

LUGANO - Nei fatti di cronaca che quotidianamente vengono riportati dai mass media  ticinesi sono coinvolti spesso degli stranieri. L'ultimo in ordine di tempo, è l'aggressione e il furto perpetrati sabato pomeriggio da due africani nei confronti di una commessa del Happy Baby di Muralto. Tali episodi finiscono inevitabilmente per diffondere nell'opinione pubblica una specie di intolleranza nei confronti degli stranieri in generale. Intolleranza che facilmente può trasformarsi in vere e proprie forme di razzismo, presente anche presso le nostre latitudini.
Ermete Gauro, responsabile della Commissione cantonale contro il razzismo : «Finora non si sono registrati fatti eclatanti, ma ciò non vuol dire che il problema non esista. In Ticino esiste semmai un razzismo latente, nascosto, che serpeggia tra la   popolazione ed emerge solo quando determinati problemi vengono fuori, o quando puntualmente uno straniero si rende protagonista di un episodio malavitoso».

Difficile stilare una casistica anche perché il Movimento contro il razzismo e la xenofobia che fino a poco tempo fa raccoglieva diverse segnalazioni di intolleranza, da un anno a questa parte sembra non essere più attivo. Eppure il problema esiste, ed è emerso anche in due sondaggi on-line realizzati lo scorso anno proprio dal nostro portale. Due sondaggi  che pur non avendo nessuna pretesa di scientificità si dimostrarono termometro di una diffusa intolleranza nei confronti degli stranieri. Nel primo avevamo chiesto se la scelta del Canton Svitto di non accettare le domande di naturalizzazioni di slavi e turchi fosse giusta o meno, i nostri utenti appoggiarono la decisione di Svitto.
Il secondo quesito riguardava invece la possibilità di concedere agli stranieri domiciliati in Svizzera il diritto di voto. Anche in questo caso il "no" fu schiacciante.

Combattere contro il germe dell'intolleranza non è impresa facile. Nei due anni di attività della Commissione cantonale contro il razzismo sono state svolte diverse manifestazioni atte a sensibilizzare  l'opinione pubblica sul problema. Un lavoro che però risulta essere vano  nel momento in cui politici o giornali, con i loro interventi,   accendono negli animi della gente la miccia facilmente esplosiva dell'intolleranza. Per questo la Commissione cantonale intende nel prossimo futuro vigilare con un occhio più attento il linguaggio usato dai mass media su argomenti che riguardano gli stranieri, dato che sono proprio i mass-media i primi distributori di un messaggio e quindi responsabili in un certo senso della formazione politica e sociale dell'individuo.
« In passato siamo già intervenuti e intendiamo farlo con maggiore forza prossimamente - spiega Ermete Gauro - usare un linguaggio non appropriato contribuisce a diffondere un'informazione sbagliata e un modo di pensare che porta alla discriminazione e alla nascita di pregiudizi e stereotipi. Ciò che rimprovero ad alcuni giornali ticinesi è che spesso viene usata troppa leggerezza nel trattare determinati problemi, non viene pesata sufficientemente la parola e facilmente si cade nell'errore di fare di tutta l'erba un fascio. Non possiamo arrivare a dire che gli africani spacciano e i romeni rubano.  Ogni caso rappresenta un problema individuale e non di un'intera popolazione. Esistono malviventi e persone oneste sia tra gli stranieri che tra i ticinesi. Questa generalizzazione  è un'ottima arma per aizzare sentimenti di intolleranza, per questo i giornalisti devono sforzarsi di usare un linguaggio appropriato e preciso, non nascondendo ovviamente i problemi che effettivamente esistono".

Sal Feo

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