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GIUSEPPE COTTICosti della salute: basta con i veti incrociati

20.09.23 - 10:10
Giuseppe Cotti, vicesindaco di Locarno e candidato al Consiglio nazionale per il Centro.
Tipress
Fonte Giuseppe Cotti
Costi della salute: basta con i veti incrociati
Giuseppe Cotti, vicesindaco di Locarno e candidato al Consiglio nazionale per il Centro.

Per fare le domande giuste, a volte, bisogna essere disposti a guardare anche i dati meno conosciuti. Per esempio: sapevate che oltre il 50% della popolazione svizzera assume almeno un farmaco a settimana? Parliamo di una persona su due! È un campanello d'allarme evidente, che non possiamo continuare a ignorare – e ci invita a riflettere sul nostro stile di vita.

L'aumento dei premi delle casse malati è uno dei temi più discussi durante questa campagna elettorale. Viene affrontato da diverse angolazioni: dagli stipendi esagerati dei manager, all'opportunità di istituire assicurazione unica, fino alla giusta taratura dei sussidi alle famiglie in difficoltà. Discussioni legittime, doverose, ma purtroppo legate ad aspetti collaterali – anche se trovassimo soluzioni in questi ambiti, sicuramente importanti, non avremmo fatto altro che appiccicare l’ennesimo cerotto a un sistema che sembra ferito a morte.

Ecco perché dobbiamo osare di più. Le domande che bisogna affrontare tutti insieme sono più profonde, e riguardano anche il rapporto che ognuno di noi ha con la propria salute fisica e mentale.

L’uso sempre più smodato di farmaci è solo una conseguenza dell'invecchiamento della popolazione, o ci sono altri fattori in gioco? Fino a che punto stress, sedentarietà e cattive abitudini alimentari incidono sui costi della salute? Esiste una reale educazione sanitaria in Svizzera, o ci limitiamo a cercare in una pillola la soluzione più rapida ai nostri problemi? Le case farmaceutiche sono interessate a una politica preventiva efficace, o si accontentano di fatturare? E cosa dire dei medici e degli operatori sanitari? Si impegnano per la prescrizione responsabile dei farmaci? Abbiamo bisogno di regole più stringenti per evitare prescrizioni scriteriate? E infine: visto che una riforma ci dovrà essere, più presto che tardi, quale peso daremo alla responsabilità individuale del paziente di gestire bene la propria salute?

Queste sono solo alcune delle domande che dobbiamo avere il coraggio di introdurre nel dibattito, se intendiamo affrontare sul serio la riforma del nostro sistema sanitario. Anche facendolo, però, dobbiamo essere consapevoli che l’esercizio potrebbe non bastare. Il problema è che l’attuale «megamacchina» è tenuta in moto grazie a continue aggiunte di denaro, che ci permettono di evitare (per ora) le vere battaglie – quelle sul catalogo delle prestazioni e quelle, ancora più spinose, di natura etica.

Oggi, semplicemente, spendiamo senza restrizioni e il sistema si espande senza limiti. Inoltre, l'iniezione annua di sussidi per oltre 5 miliardi di franchi, di cui beneficia un terzo della popolazione, tiene temporaneamente a bada le preoccupazioni degli assicurati.

È chiarissimo che questa strategia – o, per meglio dire, questa totale assenza di strategia – ha ormai raggiunto il punto critico in termini di sostenibilità finanziaria. Ciononostante, la discussione politica rimane ostacolata da veti incrociati, e fatica a compiere passi concreti. Tutti parlano di trasparenza, ma pochi sembrano davvero volerla. Tutti dicono di volere mettere la qualità delle cure al centro delle preoccupazioni, ma in realtà i pazienti non hanno una voce influente nel processo decisionale che li riguarda: non hanno nessuna lobby che li difenda. Tutti dicono di volere combattere gli sprechi, ma i farmaci più costosi continuano a essere gettati via in abbondanza, perché l'idea di una distribuzione singola rimane un tabù.

In questo contesto di completa confusione, il Consiglio federale ha la sua dose di colpa. Finora, infatti, il Governo è venuto meno ai suoi compiti strategici: non si è impegnato a condurre una valutazione obiettiva della situazione, libera da qualsiasi pressione esterna, per identificare le migliori soluzioni a lungo termine. Senza questo passo cruciale, sarà impossibile affrontare con successo le sfide attuali e quelle che attendono il nostro sistema sanitario.

I segnali di un’inversione di tendenza, purtroppo, al momento non si vedono: l’impressione è che il Dipartimento e il Consiglio federale navighino a vista, come dimostra per esempio la proposta di ridurre le tariffe proposta per la fisioterapia – un settore già sottofinanziato, marginale nel suo impatto sui costi totali del sistema, e per di più orientato alla prevenzione.

La condivisione della responsabilità è un passo necessario, che inizia dalla presa di coscienza che il tempo a nostra disposizione non è infinito – dobbiamo agire presto, prima di trasformarci in un Paese che è incapace di assumersi la responsabilità di gestire la salute pubblica, e preferisce delegarla a qualche pillola miracolosa in più.

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COMMENTI
 

falco8 7 mesi fa su tio
certo certo, tu fai parte di quella gang che vuole mantenere il sistema di ptofonda corruzione attuale, infatti ne tu ne la tua gang proponete qualcosa di valido, siete quelli che vogliono lo status quo per i prossimi 1000 anni se possibile ma i vostri elettori che fanno soprattutto parte della terza età verranno presto sostituiti, la società sta cambiando radicalmente e velocemente e anche nel sistema di assicurazione sanitaria bisogna far piazza pulita in modo radicale, deve diventare un'imposta con un tetto minimo e massimo e dev'essere liberalizzato il mercato dei farmaci così da permettere l'aquisto senza restrizioni in tutta l'ue/us ed i loro prezzi scenderanno ben oltre il 50%. VEDI? non sono un politico ma propongo più soluzioni io in due righe che nulla in centinaia di righe hai fatto tu. NO, non avrai mai il mio voto! e poi, non ti basta il tuo posto nel comune e nei consogli di amministrazione? sei come tutti quelli della tua gang, soldi e ancora soldi, il resto é solo propaganda.

Marta 7 mesi fa su tio
Forse molti prendono farmaci solo per poter sopportare questa pesante situazione venuta a crearsi con la legge LaMal.. Comunque : "oltre il 50% almeno un farmaco a settimana..." mi sembra poi una cifra bassa!

Se7en 7 mesi fa su tio
….. togliete dal Consiglio Federale i lobbisti delle CM e chi è membro dei CDA delle case farmaceutiche e via dicendo…! O state in CF o state nei vari CDA. Questi soggetti sono in conflitto d’interessi perenni….! Basta dare sempre la colpa al povero cristo che prende una pastiglia a settimana…! Nel nostro sistema sanitario è tutto un magna magna…, dai medici che rilasciano ricette all’inverosimile perché ha un tornaconto dalle case farmaceutiche etc etc, ai costi esagerati per una visita medica di 10 min …. e la lista è troppo lunga …! Volete cambiare la situazione? Rifiutatevi di pagare dei premi fuori da ogni logica…! Avanti di questo passo, pagheremo i premi come un affitto di un appuntamento 4 1/2 locali..,!

Voilà 7 mesi fa su tio
Risposta a Se7en
Se7en, esatto, nella Commissione della sicurezza sociale e della sanità del Nazionale ci sono 36 membri con 69 interessi nelle aziende farmaceutiche e nelle casse malati.

Se7en 7 mesi fa su tio
Risposta a Voilà
… assurdo!!! Sono senza parole…. e poi ci meravigliamo… ?!

Webster 7 mesi fa su tio
È inutile reclamare, volete l'ospedale sotto casa? allora pagate! Non è concepibile che un Cantone come il nostro che conta 350'000 abitanti (un po' più che la metà della città di Zurigo) abbia ospedali a Mendrisio, due a Lugano, Locarno, Bellinzona, Faido e forse ne ho dimenticato altri. Poi ti rechi a Mendrisio e ti mandano a Lugano perché ti dicono che non possono operarti perché non hanno la casistica! Mah. Inoltre chi gestisce l'EOC? Il Cantone e mi ricordo che dopo il Covid reclamava con Berna perché non avendo potuto fatturare gli interventi previsti era in perdita chiedendo un risarcimento dalla Confederazione. Altro problema i medicinali. Vorrei che mi si spiegasse perché devo comperare una confezione da 50 pastiglie quando me ne servono solo 20. In molti Stati i medicinali sono venduti sfusi ma da noi no, perché? Chiedetelo alle lobby e ai nostri politici eletti dal popolo ma che fanno gli interessi delle farmaceutiche avendo come premio un posto nei CDA!

Voilà 7 mesi fa su tio
Risposta a Webster
Webster, a quanto sembra negli ultimi anni gli aumenti dei costi sono imputabili alle cure ambulatoriali. E, a quanto sembra, anche cliniche ed ospedali ne approfittano eseguendo il più possibile esami e cure ambulatoriali, che quindi non rientrano nel forfait. Inoltre le cure ambulatoriali non sono sussidiate al 50% come quelle stazionarie. Addirittura una mia conoscente è stata dimessa al mattino ed è stata fatta tornare in serata per la radiografia di controllo. Qui ci mangiano anche le casse malati che risparmiano sui costi delle complementari caricandoli sull'assicurazione di base. Vedi quindi che di cose da sistemare sono molte, non sempre prendersela con gli assicurati.

Voilà 7 mesi fa su tio
Risposta a Webster
Webster, alcuni farmaci ora sono venduti sfusi ma dovremmo abituarci a questa pratica. E' ovvio che bisogna compensare il lavoro supplementare delle farmacie.

Voilà 7 mesi fa su tio
Alcuni valori che pochi anni fa erano fisiologici oggi non lo sono più, quindi oggi quasi tutti gli over 60 prendono una pastiglia per il colesterolo e per la pressione.

Paolin’ 7 mesi fa su tio
Risposta a Voilà
Certo che sì. D’altro canto, certi cambiamenti di norme decretate dall’OMS hanno permesso un incremento della speranza di vita. Per farti un esempio, pochi decenni fa un individuo era considerato affetto da ipertensione (cioè pressione alta, quella per cui tutti conosciamo qualcuno che prende almeno una pillola) quando raggiungeva valori sistolici di 100 mmHg + la propria età. Per volgarizzare, ciò vuol dire che un 60enne non veniva trattato fino a 160 di pressione. L’ipertensione, a lungo andare, ha un sacco di complicazioni (può portare a ictus, insufficienza renale, infarto de miocardio e altri colpett, e un’infinità di altri problemi con esiti anche fatali). La decisione di portare la soglia dell’ipertensione a 140 mmHg ha sicuramente fatto l’affare di case farmaceutiche e studi medici, ma ha anche permesso di allungare la vita.

Rob17 7 mesi fa su tio
Vogliamo parlare di tutte le spese mediche che paghiamo agli asilanti? Dentista compreso? Per forza aumentano le casse malati... Altro che indagare sulle pastiglie giornaliere prese da chi i premi li paga

Paolin’ 7 mesi fa su tio
Risposta a Rob17
Che non paghiamo di sicuro attraverso i premi di casse malati. È mai possibile che c’è sempre l’ignorante di turno che deve portare avanti propositi xenofobi?

Voilà 7 mesi fa su tio
Risposta a Paolin’
Paolin’, certo che li pagano le casse malati, la confederazione paga la cm ai rifugiati.

Voilà 7 mesi fa su tio
Risposta a Paolin’
Paolin’, dal sito ti ch A quanto ammontano le prestazioni per i richiedenti l’asilo e le persone ammesse provvisoriamente? L’ammontare del premio dell’assicurazione malattia di base varia a dipendenza del modello e dell’ente assicurativo. Ogni anno, l'Ufficio dei richiedenti l’asilo e dei rifugiati (URAR) decide a quale assicuratore malattia e con quale modello di copertura assicurare i beneficiari. I relativi costi sono assunti interamente dall'URAR.

Panoramix il Druido 7 mesi fa su tio
Risposta a Voilà
I premi di cassa malati per i rifugiati vengono pagati dalla Confederazione; è quindi errato imputare a queste persone l'aumento dei costi. Al limite si potrebbe obiettare che alla fine vengano pagati dalla collettività attraverso l'imposta federale, ma con i nostri premi proprio no.

Webster 7 mesi fa su tio
Risposta a Voilà
Già, quindi il contribuente....che siamo noi!

Paolin’ 7 mesi fa su tio
Risposta a Webster
E che quando si parla di casse malati c’entra come i cavoli a merenda. Il contribuente, come esplicita il nome, contribuisce. A cosa? Al welfare state (di cui sono molto critico, visto com’è male impostato il nostro). Le CM non hanno niente del welfare state. Niente. Imposte e casse malati non stanno nello stesso calderone. I rifugiati (e tutti coloro, Svizzeri e non, che ricevono sussidi per le CM) non c’entrano in alcun modo con l’aumento dei premi assicurativi. Ergo, sì. Mi permetto di accusare di xenofobia (ma anche razzismo, neh) chi questa differenza non la capisce e, già che c’è, ci pianta dentro una bella riflessione sulle politiche migratorie.

Voilà 7 mesi fa su tio
Risposta a Panoramix il Druido
Panoramix il Druido, non si tratta di essere xenofobi ma la verità è che la confederazione paga il premio di cm e la franchigia ai rifugiati e le cm pagano le cure. Quindi sono anche loro responsabili dell'aumento dei costi della salute.

Peppa 7 mesi fa su tio
Risposta a Panoramix il Druido
I soliti sinitri.
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