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Il rischio è che finiscano nel mondo della prostituzione. Il Governo thai lancia una campagna
BANGKOK - Centinaia di thailandesi lavorano in Svizzera nel settore a luci rosse. Per limitare le vittime delle tratte degli esseri umani, il governo thai lancia una campagna.
Il paese del latte e del miele: è questa l’immagine della Svizzera per molti thailandesi. Ma spesso il sogno del benessere si trasforma in un incubo a occhi aperti. Ora, Phikunkaeo Krairoek, membro del comitato affari esteri del Senato thailandese, avverte le sue connazionali dall’emigrare in Svizzera dove rischiano di essere vittime di trafficanti di esseri umani e di diventare schiave del sesso.
L’appello è stato lanciato in occasione di un incontro a Bangkok con una delegazione svizzera, tra cui c’erano anche alcuni agenti che hanno scoperto un traffico di esseri umani a Berna. La thailandese 42enne a monte del racket aveva fatto viaggiare oltre 50 donne e transessuali thai per poi sfruttarli. La donna possedeva un regolare premesso di dimora in Svizzera.
Nel 2011, delle 193 persone che hanno chiesto aiuto al Servizio contro la tratta di donne (Fachstelle für Frauenhandel und Frauenmigration, Fiz), 18 erano thai. Tuttavia, questa è solo la punta dell’iceberg. La responsabile di Fiz, Susanne Seytter, spiega che diverse vittime sono state adescate con promesse di studio e lavori sicuri in Svizzera. Altre, invece, sanno di andare a prostituirsi ignorando però le condizioni a cui poi saranno sfruttate. Molte provengono dalle zone rurali e sono ragazze madri. I trafficanti sfruttano la loro situazione economica o emozionale precaria. «A volte, le donne vengono addirittura abbindolate con false promesse amorose», spiega Seytter.
