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SVIZZERA«Telefonate shock? Niente panico, riappendete subito»

28.09.23 - 12:43
Le autorità hanno lanciato una campagna nazionale per prevenire le truffe telefoniche. «Sono già triplicate rispetto al 2022»
Pressportal
Fonte ats
«Telefonate shock? Niente panico, riappendete subito»
Le autorità hanno lanciato una campagna nazionale per prevenire le truffe telefoniche. «Sono già triplicate rispetto al 2022»

BERNA - Il numero di truffe telefoniche in Svizzera è triplicato quest'anno rispetto al 2022. Le autorità hanno lanciato oggi una campagna di sensibilizzazione nazionale per allertare le potenziali vittime.

«I principali bersagli dei truffatori sono cittadini anziani e spesso soli (qui avevamo riferito il caso di una novantenne della Riviera)», hanno precisato giovedì la Prevenzione Svizzera della Criminalità (PSC) e le polizie cantonali e comunali che hanno promosso la campagna. Finora, quest'anno, i truffatori sono riusciti a sottrarre alle vittime 8 milioni di franchi, un milione mezzo dei quali in Ticino.

Quest'anno sono state registrate circa 2'800 "chiamate shock" che utilizzano la tecnica del "falso nipote" o vari derivati. Il principio è sempre lo stesso: mettere la vittima in stato di stress dandogli notizie false e convincerla a pagare.

Stress emotivo
La "chiamata shock" è una forma particolarmente aggressiva di truffa telefonica che si sta diffondendo sempre più, spiegano le autorità. L'interlocutore annuncia alle vittime che un loro familiare si trova in una grave situazione d'emergenza o di pericolo. I truffatori ad esempio si fingono medici che devono operare il figlio e hanno bisogno di un anticipo o avvocati che chiedono una certa somma di denaro per pagare la cauzione della figlia in detenzione dopo aver investito un bambino.

«I truffatori sanno bene che in una situazione del genere e in stato di stress emotivo è difficile agire razionalmente», spiegano gli autori della campagna. Puntano sulla «pressione emotiva e temporale», insistendo sull'urgenza della situazione. Oltre alla perdita finanziaria, questo tipo di pratica porta spesso a una grande sofferenza personale, dicono gli specialisti.

Vecchi nomi presi di mira
Per individuare le persone anziane, i truffatori cercano nomi di battesimo ormai in disuso presenti nell'elenco telefonico. Di recente però anche persone più giovani hanno ricevuto chiamate shock, presumibilmente riguardanti i loro genitori visto che i truffatori adattano le loro storie.

I manipolatori sono spesso organizzati in modo gerarchico e i principali responsabili operano di solito dall'estero (spesso da Polonia, Romania o Italia), con il supporto di call center ben attrezzati. Le chiamate possono essere mascherate o meno. Gli autori cambiano spesso numero. Le reti criminali sono spesso difficili e costose da smantellare perché richiedono la cooperazione con altri Paesi.

Interrompere la telefonata
In caso di chiamata shock, la PSC consiglia di interrompere la telefonata e contattare il familiare apparentemente coinvolto o, se non è raggiungibile in quel momento, un'altra persona di fiducia. Raccomanda inoltre di informare sempre la polizia, anche se la truffa non va a buon fine, per evitare che altre persone vengano prese di mira. Le vittime di questi manipolatori devono «assolutamente sporgere denuncia» senza vergognarsi di essere state raggirate, affermano ancora i responsabili della campagna.

La campagna di prevenzione è sostenuta da Pro Senectute e durerà fino a metà novembre. È intitolata "Niente panico! Riappendete subito" e comprende uno spot televisivo con una telefonata shock, manifesti, opuscoli, una homepage, informazioni sui social media e un cartoncino da tenere accanto al telefono.

Le cinque raccomandazioni su come agire se si riceve una chiamata shock:

1. Non fatevi mettere sotto pressione.
2. Interrompete subito la chiamata.
3. Contattate la persona indicata come vittima e chiedetele se va tutto bene.
4. Non consegnate mai contanti o altri oggetti di valore a una persona che non conoscete.
5. Segnalate la truffa in polizia.

 

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COMMENTI
 

Riarena81 7 mesi fa su tio
Ma non si può toccare il problema a monte? Se gli impiegati di banche e poste, quando vedono gente anziana che arriva per un prelievo consistente, non si può cercare di interagire e informare l’anziano che forse sta subendo una truffa? Boh!
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