Lo snowboarder professionista dietro alle previsioni del tempo svizzere

Il ginevrino Mathieu Schaer è uno dei protagonisti della scena internazionale dello snowboard. Oggi lavora per MeteoSvizzera e si occupa del futuro del nostro pianeta.
Il ginevrino Mathieu Schaer è uno dei protagonisti della scena internazionale dello snowboard. Oggi lavora per MeteoSvizzera e si occupa del futuro del nostro pianeta.
IN BREVE:
- Il ginevrino Mathieu Schaer è uno dei protagonisti della scena internazionale dello snowboard. Viaggiava in tutto il mondo per realizzare i suoi film.
- Un corso di studi di scienze ambientali ha cambiato per sempre la sua vita: rimane fedele allo snowboard ma ora resta sempre sulle Alpi.
- Oggi Schaer programma le previsioni del tempo per MeteoSvizzera ed è in prima persona ad ascoltare i suoi colleghi che avvertono la popolazione delle conseguenze dei cambiamenti climatici.
- «Da decenni ormai trascorro tutti i finesettimana sulle montagne», spiega Schaer. «Vedo con i miei occhi come il limite delle nevicate sale sempre più.»
- Incoraggia tutti quindi di volare meno, consumare in modo più consapevole, risparmiare energia e sostenere organizzazioni come Protect Our Winters.
Per Mathieu Schaer è stato subito chiaro: voleva diventare uno snowboarder professionista. A 15 anni ha ottenuto il suo primo contratto di sponsoring con un grande marchio di sport invernali. Sono seguiti numerosi concorsi nazionali e internazionali. È quindi passato al Freeride, altri sponsor l’hanno cercato e a vent’anni ha ottenuto il coronamento dei suoi sforzi: il suo primo film con l’agenzia cinematografica internazionale Absinthe Films.
«Sono diventato un volto noto nello snowboard e potevo vivere di quello», racconta il ginevrino durante la sua chiacchierata con 20 minuti. Ma quello che davvero lo affascinava del Freeride non era l‘attenzione che riceveva. «Nelle discese non ci sono regole», spiega. «È pura libertà.»
La storia dietro le previsioni del tempo
Nel frattempo, Schaer ha compiuto 35 anni, è padre di una bambina di due anni ed è al suo ultimo anno come snowboarder professionista. Da lunedì a venerdì lavora come data scientist e software developer presso MeteoSvizzera. I suoi modelli sono utilizzati per le previsioni del tempo che ogni giorno vengono consultate da milioni di persone in Svizzera sull’app o sul sito web di MeteoSvizzera.
Schaer lavora dietro le quinte ma lo sa bene: «il mio lavoro influenza la vita di milioni di persone.» Lui stesso, quando filmava tra le montagne, consultava costantemente i dati meteorologici. Per una buona discesa la neve deve essere in perfette condizioni, per girare le scene migliori deve esserci il sole.
Dalla neve all’università
Ancora oggi Schaer trascorre tutti i finesettimana in montagna. Tuttavia, dopo il picco della sua carriera qualcosa sta lentamente cambiando.
Schaer ha cercato una sfida intellettuale oltre al brivido delle discese sulla neve. Suo fratello gli ha prestato un libro del filosofo e agricoltore Pierre Rabhi. Schaer ha iniziato a interessarsi all’idea di una vita più semplice, che seguisse i ritmi della natura.
Ha accompagnato suo fratello, geografo, a numerose conferenze, ha discusso per ore insieme a lui e ha deciso di iniziare a studiare personalmente scienze ambientali.
Snowboard e consapevolezza ambientale
Schaer è sempre rimasto fedele allo snowboard ma gli anni di università hanno lasciato un segno anche in questo ambito della sua vita. Per due volte è apparso sulla copertina della rivista svizzera di snowboard Whiteout: nel 2011 e nel 2019. «Le copertine sembrano identiche», spiega Schaer durante una conferenza all’EPFL. «Ma la differenza più grande sta nel come sono arrivato a queste fotografie.»
Per il salto del 2011 è volato fino alle Rocky Mountains del Canada e ha noleggiato un SUV e una motoslitta per salire sulle montagne. «Il tutto ha generato circa 3 tonnellate di CO2», ha raccontato sul palco. Nel 2019 il totale ammonta a sole 0,008 tonnellate. Schaer è restato in Svizzera, ha viaggiato in treno e in bus e ha risalito la montagna a piedi con il suo splitboard.
«Questo dimostra che si possono ottenere risultati pressoché identici avendo però un impatto decisamente minore sull’ambiente», conclude.
Oltre un milione di visualizzazioni su YouTube
Schaer ha deciso di condividere questo suo messaggio di consapevolezza nella gestione dell’ambiente non solo con il mondo scientifico ma anche con il grande pubblico. Il film Shelter, l’arringa di uno snowboarder per una maggiore sostenibilità e uno stile di vita più consapevole, ha già realizzato oltre un milione di visualizzazioni su YouTube.
Per Schaer una cosa è chiara: dare la colpa agli altri non porta a nulla. Ognuno di noi deve fare tutto ciò che è nelle sue possibilità e al contempo responsabilizzare i grandi attori: l’urgenza della situazione è innegabile.
In novembre, dopo sette anni, i colleghi di Schaer di MeteoSvizzera hanno pubblicato il nuovo scenario climatico per la Svizzera. La conclusione è simile a quella del 2018: Il nostro Paese deve prepararsi a ondate di calore estreme, siccità estive, precipitazioni più intense e minori nevicate.
«Da decenni ormai trascorro ogni finesettimana sulle montagne», spiega Schaer. «Vedo con i miei occhi come il limite delle nevicate sale sempre più.»
Un impegno per inverni innevati
C‘è però una buona notizia, spiega Schaer: «Ci sono così tante possibilità per dare il proprio contributo.» Si può decidere di volare di meno, di viaggiare di più con i mezzi pubblici o con la bicicletta. Si possono acquistare articoli che siano prodotti in modo sostenibile. Si può decidere di abbassare il riscaldamento quando non ce n’è bisogno e, durante elezioni e votazioni, si possono sostenere candidati e idee che diano la priorità alla protezione dell’ambiente.
«E chi, come me, ama gli sport invernali», spiega Schaer, «può sostenere un’associazione come Protect Our Winters.» È qui che Schaer e altri amanti degli sport invernali si organizzano per proteggere ciò che più hanno a cuore: un inverno innevato.
Servirà davvero a qualcosa? La storia di Schaer è una preziosa testimonianza del fatto che sì, cambiare è possibile.








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