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IL SORPASSO A... DUE RUOTEChe Marquez troveremo al rientro? Incurante dei rischi o più... "oculato"?

21.07.22 - 19:00
Il campione spagnolo dovrebbe tornare a scaldare il motore della sua Honda al più tardi nel mese di ottobre.
Freshfocus, archivio
Che Marquez troveremo al rientro? Incurante dei rischi o più... "oculato"?
Il campione spagnolo dovrebbe tornare a scaldare il motore della sua Honda al più tardi nel mese di ottobre.
In questa stagione il pilota di Cervera ha conquistato 60 punti e occupa la 13esima posizione.
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CERVERA - Tornerà. Non si sa ancora esattamente quando, i più ottimisti parlano di fine settembre/inizio ottobre come tempistica più probabile, però Marc Marquez tornerà.

Il tema, semmai, non è tanto sul quando, ma sul come. Perché dopo quattro operazioni e più di due anni tra interventi chirurgici al braccio destro, una lunga riabilitazione, continue ricadute e, ad aggravare un conto già pesante, numerose e dolorose cadute quando è stato il tempo di tornare in pista, il grosso punto interrogativo che aleggia su Marc è su che pilota rivedremo. Se il vecchio Marquez, quello del tutto o niente, incurante dei rischi corsi e disposto a tutto pur di andare a caccia della vittoria. O un nuovo Marc, finalmente resosi conto che la salute fisica è una e lo dovrà accompagnare per tutta la vita, mentre le corse prima o poi finiranno. «Se non mi fossi operato l’idea che si stava formando nella mia testa era quella di correre ancora un anno o due e poi fermarmi», ha ammesso Marquez in una lettera a cuore aperto ai tifosi a fine giugno, raccontando forse come mai prima quello che ha passato in questi mesi.

Ma quella volontà ferrea che ne ha fatto un campione eccezionale in queste stagioni, è stata quella che gli ha fatto decidere di operarsi ancora una volta per provare a tornare grande. Se non come prima, almeno il più vicino possibile. Ma come anche in queste settimane hanno raccontato Casey Stoner e Dani Pedrosa, è impossibile che questi due anni di calvario non abbiano lasciato qualche strascico nella sua testa. «Ogni volta che cade si sente in pericolo, avrà bisogno di imparare a guidare in un modo un po’ diverso, non ha gli stessi tempi di reazione del passato», ha analizzato il due volte iridato australiano dal quale Marquez ha ereditato la Honda nel 2013. «Quando passi da un’operazione all’altra entri in una spirale pericolosa e la fiducia in te stesso ne risente. Passi più tempo a casa o in ospedale a farti domande e a cercare delle risposte», ha aggiunto Dani.

Che Marquez debba cambiare modo di correre lo ha ammesso lui stesso, quello che scopriremo è se il nuovo approccio basterà a renderlo dominante come un tempo o se invece diventerà un gran pilota come tanti dei suoi avversari. Intanto, nel cercare una risposta a quelle domande che si starà facendo in questi mesi per provare a reinventarsi, Marc ha trovato una sponda importante per confrontarsi, quella di Mick Doohan, il 5 volte iridato, che in seguito al terribile incidente in Olanda nel 1992 che stava per costargli l’amputazione di una gamba, impossibilitato a utilizzare la leva del freno, costrinse gli ingegneri della Honda a ideare la pompa-pollice, limitazione che non gli evitò di andare a conquistare dal 1994 al 1998 cinque Mondiali consecutivi. Come la fenice, Marquez risorgerà dalle proprie disgrazie?

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