Cerca e trova immobili

Valute e FrontiereTicino: aumentano i lavoratori ma diminuiscono i frontalieri

04.03.24 - 09:30
CambiaValute.ch
Ticino: aumentano i lavoratori ma diminuiscono i frontalieri

NEWSBLOG
Rubriche argomentali a pagamento curate da aziende e inserzionisti esterni

I dati pubblicati dall’Ufficio federale di statistica indicano un aumento degli impieghi in Canton Ticino nel quarto trimestre del 2023, ma un calo dei frontalieri

Cresce costantemente il numero dei lavoratori occupati in Svizzera. I dati dell’UST (Ufficio federale di statistica) segnalano un aumento dell’1,7% su base annua. Anche in Canton Ticino il trend è positivo, con un incremento annuo dello 0,3% rispetto allo stesso periodo del 2022. In controtendenza rispetto a quello svizzero è invece il dato relativo al numero dei frontalieri che in Canton Ticino ha registrato una flessione dell’1%.

L’aumento dei lavoratori e il calo dei frontalieri in Ticino

In circa trent'anni la popolazione svizzera è passata da 6,8 a 8,8 milioni di abitanti, un aumento costante che nell’ultimo periodo si accorda con il dato raccolto dall’Ufficio federale di statistica sull’occupazione. Dall’ultima pubblicazione dell’UST si rileva nel settore secondario una crescita occupazionale dello 0,7%, 8.000 posti di lavoro in più, e nel settore terziario dell’1,9%, pari a 82.000 posti di lavoro in più. Un totale di 90.000 posti di lavoro supplementari in un solo anno.

La crescita occupazionale, diffusa in tutta la Svizzera, ha avuto andamenti leggermente differenti a seconda delle regioni di riferimento: la regione del Lemano è quella che ha fatto registrare l’incremento più marcato con un +1,1%, i Grigioni +0,9%, mentre la regione del Canton Ticino +0,3%, il più basso del Paese.

In crescita anche i dati relativi al numero dei frontalieri. Sempre secondo i dati dell’UST, nell’ultimo trimestre del 2023 i lavoratori con permesso G attivi in Svizzera erano 392.831, +0,4% rispetto al trimestre precedente e +3,5% rispetto allo stesso trimestre nel 2022.

In controtendenza, invece, il dato relativo al Canton Ticino dove si è registrata una lieve flessione dell’1% rispetto al terzo trimestre dello scorso anno. Da 79.664 lavoratori frontalieri si è passati a 78.738. Un piccolo calo ma che non veniva registrato dal 2021.


I possibili motivi del calo dei frontalieri in Ticino

È dunque la prima volta, negli ultimi tre anni, che il dato relativo ai frontalieri nel Canton Ticino registra un calo nella crescita, sebbene lieve, ed è difficile non pensare alle molte discussioni suscitate dal nuovo accordo siglato tra Svizzera e Italia sulla tassazione dei frontalieri.

L’accordo, in vigore dal 17 luglio 2023, prevede per i nuovi frontalieri (lavoratori che hanno acquisito lo statuto di lavoratore frontaliere a partire dal 17 luglio 2023) il pagamento delle imposte alla fonte in Svizzera fino all’80% dell’imponibile e il resto in Italia, con deduzione della quota già trattenuta e una deduzione fiscale fino a 10.000 euro. Un aumento del carico fiscale, rispetto alla vecchia convenzione, che sembrerebbe rendere meno appetibile il desiderio dei lavoratori italiani di varcare quotidianamente il confine per andare a lavorare in Svizzera.

Proprio all’entrata in vigore del nuovo accordo fa riferimento la dichiarazione rilasciata da Andrea Puglia, responsabile dell’Ufficio frontalieri per il sindacato Ocst, a Ticinonews.it:

“Sono i primi effetti dell’entrata in vigore del nuovo accordo sulla tassazione dei lavoratori con permesso G. Fino al 17 luglio dello scorso anno era ancora possibile assumere queste persone con le vecchie condizioni di imposizione fiscale, che per loro erano assolutamente agevoli, mentre a partire dal 18 dello stesso mese è entrato in vigore un sistema di tassazione più severo e penalizzante”.

Più caute le riflessioni di Luca Albertoni, direttore della Camera di Commercio del Canton Ticino, che al Corriere del Ticino ha dichiarato: “Credo che sia ancora troppo presto per trarre conclusioni su un possibile trend, si conferma il calo stagionale registrato anche in passato, e anche per questo eviterei ogni genere di allarmismo, che peraltro sarebbe del tutto ingiustificato”. Secondo Albertoni un solo trimestre “non è significativo” e le valutazioni reali potranno essere fatte dopo almeno un anno dall’entrata in vigore dell’accordo. Dello stesso avviso Moreno Baruffini, economista e ricercatore dell’IRE, che al Corriere del Ticino ha ricordato l’importanza della stagionalità sulle flessioni dell’occupazione e ha confermato che per registrare i reali effetti dell’accorto Italia-Svizzera sarà necessario attendere più tempo.

Insomma, sembrerebbe essere troppo presto per tirare delle conclusioni sulla base dei dati pubblicati, ma resta vivo il dubbio che l’accordo Italia-Svizzera e la tassa sulla sanità inserita nella Legge di bilancio dal Governo italiano, pagamento richiesto ai "vecchi frontalieri" per una cifra compresa tra il 3% e il 6% dello stipendio netto con un tetto massimo pari a 200 euro, (entrambi argomenti di cui abbiamo già parlato in precedenti articoli) rendano meno interessante per gli italiani andare a lavorare in Svizzera.

Ricevi 25 Euro con il tuo primo cambio: CambiaValute.ch, il miglior cambio Franco Euro

Link utili:


Questo articolo è stato realizzato da CambiaValute.ch, non fa parte del contenuto redazionale.
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE