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ATEDLa prossima città ideale? In California

15.09.23 - 08:41
Si chiama California Forever, dovrebbe sorgere tra San Francisco e Sacramento.
Simona Miele
Fonte ATED
La prossima città ideale? In California

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Si chiama California Forever, dovrebbe sorgere tra San Francisco e Sacramento.
Sarà dotata delle più avanzate tecnologie anche per volontà dei finanziatori: un gruppo di miliardari della Silicon Valley

Il tema della fondazione di una città ideale è da sempre argomento affascinante e curioso. Un dibattito che parte con il filosofo greco Platone, passando per la splendida Pienza in Toscana, dove il Papa Pio II Piccolomini fece progettare e realizzare il suo prototipo universale di città ideale, fino ai tre celebri dipinti attribuiti fra gli altri a Piero della Francesca e conservati a Urbino, Baltimora e Berlino. Nei secoli, infatti, si è molto speculato sull’idea di organizzare da zero un centro urbano che rispondesse a una città perfetta nella sua forma, anche estetica. Ma nel nostro millennio l’azzardo di provare a costruire la prossima città ideale sembra spetti ai miliardari americani della Silicon Valley, nuovi mecenati di questa era.

E quindi, secondo una notizia riportata da alcuni media, come Wired, da quasi sei anni una misteriosa e praticamente sconosciuta società chiamata Flannery Associates ha acquistato terreni agricoli a 50 km a nord di San Francisco. Il curioso obiettivo era quello di costruire da zero una città alle porte di San Francisco, con un design a misura d’uomo, ampi spazi pedonali, tecnologie avanzatissime, utilizzo di fonti rinnovabili e un sistema di regole di convivenza semplice ed efficace. Fino a qualche settimana fa non si aveva chiaro chi fosse dietro un progetto così utopistico. Ma in questi ultimi giorni la nebbia si è diradata: il The New York Times ha svelato che ad orchestrare l’intera operazione è stato Jam Sramek, ex dipendente di Goldman Sachs, con il supporto economico di alcuni dei più grandi nomi del mondo tecnologico statunitense. Dal co-fondatore di LinkedIn Reid Hoffman, ai venture capitalist Marc Andreessen e Chris Dixon, passando per i padri di Stripe, Patrick e John Collison, e l’imprenditrice e filantropa Laurene Powell Jobs, vedova di Steve Jobs. Dopo l’uscita dei nomi il gruppo è venuto allo scoperto lanciando il sito California Forever, nome dello stesso progetto di città da realizzare nella contea di Solano.

Sul sito si vedono alcune immagini di ipotetiche scene di vita nella nuova città, che, come osserva il sito The Verge sono state realizzate quasi sicuramente con l’intelligenza artificiale. Case lungo un fiume al tramonto con pescatori a riva, persone sedute ai tavolini dei locali in una piazza piena di alberi, e ancora bambini in bicicletta, pannelli solari e pale eoliche. In giro nemmeno un’automobile. Sul sito si spiega anche che California Forever è la holding che controlla la Flannery Associates, la società che stando alle ricostruzioni del New York Times negli ultimi cinque anni avrebbe speso in totale 900 milioni di dollari (più di 800 milioni di franchi) per acquistare circa 140 proprietà nella parte orientale della contea di Solano, che si trova tra San Francisco e Sacramento: l’area più povera della California.

Si tratta di terreni agricoli per una superficie complessiva di oltre 200 chilometri quadrati, più ampia di quella della città di Milano. Il gruppo sostiene di non avere l’obiettivo di interferire con le attività degli agricoltori e degli allevatori della zona, bensì di voler costruire «decine di migliaia di nuove case, una grande centrale solare, frutteti con più di un milione di nuovi alberi e più di 40 chilometri quadrati di parchi e spazi liberi». Il sito non dà specifiche sulle eventuali dimensioni della città, non chiarisce quanti residenti potrebbe ospitare e non indica nemmeno vagamente tempi e modi di realizzazione. Sottolinea che questo è solo l’inizio di una «collaborazione decennale» con i residenti, l’amministrazione della contea e tutti i portatori di interesse della zona.

Ecco che quindi il «mito della città ideale» trova una nuova forma e struttura anche in questa nostra epoca, che spesso volge lo sguardo al passato per tentare di risolvere con chiavi culturali e filosofiche del passato aspetti controversi del presente.

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