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ITALIA"Siamo come nelle Filippine"

19.11.13 - 12:17
La preoccupazione della comunità sarda in Ticino per il ciclone che ha devastato la Sardegna. Da questa mattina si cerca di parlare con familiari e amici, ma molte zone sono isolate
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"Siamo come nelle Filippine"
La preoccupazione della comunità sarda in Ticino per il ciclone che ha devastato la Sardegna. Da questa mattina si cerca di parlare con familiari e amici, ma molte zone sono isolate

LUGANO - C'è parecchia preoccupazione tra la comunità sarda in Ticino per il drammatico ciclone «Cleopatra» che ha investito la Sardegna. Molti di loro hanno case, proprietà e affetti nelle zone devastate dal maltempo, e in queste ore cercano in tutti i modi di restare in contatto con i familiari per essere aggiornati su quanto sta accadendo. La comunità sarda è una delle più numerose in Ticino, e conta alcune migliaia di persone. Molti di loro fanno parte del Circolo Culturale Sardo “Coghinas”.

Mario Spano, abita a Giubiasco, è ticinese, ma le sue origini sarde. Da questa mattina non smette di guardare Internet e seguire in presa diretta le ultime news che arrivano dall'isola. "Sto guardando le immagini sulla rete e sono scioccanti. Ho i familiari nella zona di Olbia e mi raccontano di automobili completamente sotto l'acqua, fino a 10 centimetri dal tetto. Sono riuscito a parlare con mia nipote ad Olbia, mi ha raccontato che hanno la casa sommersa e che ormai non possono salvare più nulla. Tutto è da buttare via. Poco fa mi ha anche detto che è morto un bambino. È davvero un grande disastro".

La zona di Olbia è quella più colpita dal ciclone, con paesi tuttora isolati. "Ho provato a contattare alcuni parenti in altre zone, ma non c'è modo di riuscire a comunicare con loro. Saranno alle prese con i lavori di sgombero e recuperare il salvabile", prosegue Mario.

Anche Nando Ceruso, ex sindacalista OCST, ha parenti in Sardegna: "Ho casa ad Olbia, mia madre è di un paesino vicino. È da stamattina che sono in contatto con parenti e amici che vivono lî. Ad Olbia la situazione è disastrata, sono sotto la cura della Protezione Civile. Ci sono zone della città che sono state sfollate, le persone si trovano ormai per strada, tra il fango e case rese inagibili. Un amico mi ha detto: 'Siamo come nelle Filippine'.

Aggiornamento alle 13:20 - Intanto in Italia il governo ha decretato lo stato di emergenza in Sardegna dopo il devastante passaggio del ciclone Cleopatra che ha seminato morte e distruzioni.

Nuovo bilancio - Il bilancio provvisorio della Protezione civile regionale indica 16 vittime, di cui 13 tra Olbia e provincia, e due dispersi nel nuorese, uno a Onanì e l'altro a Torpè. Il Consiglio dei ministri, riunito stamattina d'urgenza dal premier Enrico Letta, ha stanziato 20 milioni di euro per i primi aiuti. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano segue passo passo l'evolversi della situazione in contatto diretto con le prefetture.

Anche la Giunta sarda è riunita per deliberare lo stato di calamità e fondi aggiuntivi pari a 5 milioni di euro rispetto a quelli nazionali. Aiuti sono attesi anche dall'Unione europea. Il presidente della commissione Barroso ha espresso il cordoglio alle famiglie delle vittime. Franco Gabrielli, il capo della Protezione civile nazionale, è in Sardegna dalle prime ore del mattino per coordinare le operazioni di soccorso.

Insieme a lui anche il governatore Ugo Cappellacci, sui luoghi della tragedia già da ieri notte. Atteso invece per il primo pomeriggio il ministro della Difesa Mario Mauro che ha garantito la disponibilità di uomini e mezzi dell'esercito.

Le zone più colpite - Le zone più colpite restano Olbia e l'intera Gallura, la Baronia, sulla costa centro-orientale, il nuorese e alcuni aree del Campidano.

Un evento eccezionale - L'evento che ha messo in ginocchio l'isola è stato del tutto eccezionale. "In sole 24 ore - ha detto Gabrielli - è sceso un quantitativo di pioggia pari a sei mesi con punte di 450 millimetri nella zona di Orgosolo nelle ultime 12 ore.

Con queste quantità non ci sono territori al riparo". In 306 comuni sardi su 377, pari al 81% del totale, ci sono porzioni di territorio ad elevato rischio idrogeologico per frane e alluvioni. Tutta la macchina dei soccorsi è in moto. Almeno 350 i vigili del fuoco mobilitati con doppi turni di lavoro, centinaia gli uomini delle forze dell'ordine che operano ininterrottamente dalla notte scorsa.

Disagi enormi - Migliaia gli sfollati, molti dei quali hanno dormito in hotel o strutture pubbliche messe a disposizione dai comuni. Scuole chiuse nei centri più colpiti dal ciclone e ancora difficoltà nei collegamenti viari con il blocco di strade allagate, sprofondate o invase da frane. Riaperto invece stamattina l'aeroporto di Olbia Costa Smeralda.

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