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ARABIA SAUDITAPetrolio e missili, nuove scintille in Medio Oriente

22.03.22 - 06:01
L'Arabia Saudita ha declinato ogni responsabilità per qualsiasi carenza a livello globale
Keystone
L'attacco all'impianto di Jizan, in Arabia Saudita. A destra, il Ministro degli Affari esteri saudita, Faisal bin Farhan Al-Saud.
L'attacco all'impianto di Jizan, in Arabia Saudita. A destra, il Ministro degli Affari esteri saudita, Faisal bin Farhan Al-Saud.
Petrolio e missili, nuove scintille in Medio Oriente
L'Arabia Saudita ha declinato ogni responsabilità per qualsiasi carenza a livello globale
Riad ha invece incolpato Teheran: «Arma i terroristi Huthi», riferendosi alle milizie yemenite che hanno preso di mira gli impianti petroliferi sauditi

RIAD - Il Regno dell'Arabia Saudita non si prenderà «alcuna responsabilità» per «qualsiasi carenza nelle forniture di petrolio» che arriverà a breve a livello globale.

Lo ha dichiarato il Ministero dell'Estero saudita all'agenzia di stampa ufficiale del regno, in seguito agli attacchi avvenuti negli scorsi giorni agli impianti petroliferi (e non solo) da parte dei ribelli Huthi, dello Yemen, che hanno «intaccato la capacità dell'Arabia Saudita di onorare i suoi impegni».

Domenica, lo ricordiamo, i ribelli hanno lanciato una raffica di attacchi con droni e missili contro un impianto di gas naturale liquefatto, un impianto petrolifero e una centrale elettrica.

«Grave comportamento dell'Iran»
L'Arabia Saudita ha quindi sottolineato l'importanza per la comunità internazionale di «rendersi conto della gravità del comportamento dell'Iran», che «equipaggia le milizie terroristiche Huthi con la tecnologia dei missili balistici e dei droni» con cui poi vengono colpite strutture vitali.

Così facendo, per Riad, l'Iran «mina la sicurezza e la sostenibilità delle forniture energetiche ai mercati globali» in circostanze «estremamente delicate» come quelle odierne.

Nel frattempo, gli Stati Uniti hanno inviato «un numero significativo» di intercettori antimissilistici Patriot all'Arabia Sudita, soddisfacendo una richiesta che era diventato un punto caldo nelle relazioni tra i due Paesi. Ne ha dato notizia il portale Al Jazeera, che ha indicato che le richieste in tal senso da Riad erano arrivate già dalla fine dello scorso anno.

«Grave escalation»
Allo stesso tempo, anche il vicino Egitto ha condannato duramente gli attacchi degli Huthi in territorio saudita.

Una dichiarazione rilasciata dal ministero degli Esteri egiziano ha fatto riferimento in particolare al bersaglio di strutture economiche e civili all'alba di domenica con droni e missili balistici, aggressioni che hanno danneggiato alcune strutture, case e veicoli.

«L'aver preso di mira queste strutture vitali e civili rappresenta una grave escalation e una minaccia diretta alla sicurezza e alla stabilità nella regione», secondo il Cairo, che ha poi aggiunto: «Questi spregevoli attacchi terroristici rappresentano una flagrante violazione dei principi e delle regole del diritto internazionale», ribadendo la propria solidarietà all'Arabia Saudita.

La guerra in Yemen - tra i ribelli e la coalizione guidata da Riad - va avanti dal 2014. In totale, secondo l'Onu, le ostilità hanno causato fino a 400mila morti ed una «catastrofe umanitaria» per i civili.

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COMMENTI
 

Ennio 2 anni fa su tio
non è più tempo per una rivoluzione in una determinata parte del mondo ma è tempo di una rivoluzione globale per finalmente fermare questi nuo vi barbari e il loro dio soldo la mancanza totale di giustizia sociale spazzare via questo branco di politici inetti e corrotti e ipocriti vedi Ucraina
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