Stonehenge è di “seconda mano”, lo sostiene uno studio

Il celebre monumento preistorico potrebbe essere stato “trascinato” dal Galles per più di 200 chilometri
LONDRA - Sono molti i miti e le leggende legate al monumento monolitico di Stonhenge, ad Amesbury nel Wiltshire inglese, alcuni tirano in ballo divinità, magie druidiche e addirittura Merlino. Un recente studio pubblicato su Antiquity svela una realtà dei fatti quasi altrettanto incredibile.
In un sito in Galles, infatti, sono stati trovati i resti di un altro cerchio monolitico i cui i fori corrispondono ai pezzi che compongono Stonhenge come «le chiavi in una serratura». La tesi, quasi fiabesca, è che il monumento sia stato scomposto e spostato per più di 140 miglia (225 chilometri) da un sito all'altro, attorno al canale di Bristol.
«Studio Stonhenge da 20 anni e questa è senza dubbio la scoperta più incredibile della mia carriera», ha confidato al Guardian il professore di storia preoistorica del London College, Mike Parker Pearson.
A mettere la pulce nell'orecchio agli studiosi, oltre alla dimensione dei fori, anche il fatto che la prima location si trovava a ridosso di una cava del medesimo granito blu utilizzato per realizzarlo.
Fra la sua estrazione e il riutilizzo, confermano gli esperti, sarebbero passati circa 400 anni. Le teorie su come le popolazioni preistoriche (si parla all'incirca del 3'000 avanti Cristo) siano riuscite nell'impresa sono due: o un trasporto via terra, trascinando i pezzi sul terreno. Oppure via mare, sfruttando zattere e imbarcazioni.




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