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SEMENTINAPadri separati: figli di un dio minore, atto secondo

04.07.11 - 16:05
Papageno: in nome dei padri.
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Padri separati: figli di un dio minore, atto secondo
Papageno: in nome dei padri.

Nell’articolo pubblicato il 15 maggio 2011 vi abbiamo raccontato la storia del nostro associato Domenico Albanese di Sementina e informati che la moglie N. M. A. di Sementina aveva denunciato il marito per aggressione e lesioni. Dopo un lungo interrogatorio la moglie ha ammesso di essersi inventata tutto per allontanare il padre dei due figli e da se stessa, motivo per cui gli agenti di polizia hanno sporto d’ufficio denuncia penale per denuncia mendace nei confronti della madre.

A fine maggio, il Procuratore pubblico ha emesso un decreto d’accusa contro la moglie "per avere a Sementina e Camorino, il 24 ottobre 2010, denunciato alla Polizia di essere stata picchiata la medesima sera dal marito Albanese Domenico, che ella sapeva innocente, dalla quale era separata e con cui si trovava in situazione conflittuale, mostrando anche dei segni sul suo corpo (qualificabili come lesioni semplici), che si era in realtà procurata appositamente da sola, ammettendo solo nel corso di un secondo verbale di Polizia la medesima sera, di essersi inventata tutto". Ella è stata condannata per denuncia mendace al pagamento di una multa di CHF 200 e delle spese giudiziarie di CHF 200, come pure alla pena pecuniaria di 15 aliquote giornaliere da CHF 30.00 sospesa condizionalmente per un periodo di prova di 2 anni, con iscrizione a casellario giudiziale.
 
Ma la vicenda non finisce qui! Vi abbiamo anche informati che la moglie aveva portato a conoscenza della polizia cantonale alcuni atteggiamenti sospetti (presunte molestie sessuali) da parte del marito nei confronti dei due figli. Nel verbale d’interrogatorio della Signora N. M. A. si legge: "Io ne ho parlato immediatamente con la mia avvocatessa la quale mi consigliava di parlarne con la dottoressa N. L. (ndr: pediatra) la quale mi consigliava di segnalare la questione al servizio medico psicologico. Quest’ultimo servizio mi ha messo in contatto con D. R. la quale mi rinviava al servizio poc’anzi citato e ho parlato con C. T. Tutte queste persone per finire in concreto le ho solo sentite per telefono e ho avuto la netta sensazione di essere sbattuta da un ufficio all’altro senza che nulla di concreto veniva fatto. La stessa sensazione l’ha avuta la dottoressa N. L. L’unica persona che si è mossa è la mia avvocatessa Locatelli che ha scritto i suoi sospetti al pretore il quale ha decretato che i figli venissero sentiti dallo psicologo Branca Saul. Alle mie domande Branca rispondeva che avrebbe detto a mio marito quale erano le accuse nei suoi confronti aggiungendo che se avesse confessato e avrebbe detto che si trattava di un gioco magari si potevano trovare degli accordi, se invece avesse negato tutto Branca avrebbe dovuto segnalare la cosa alla Pretura."
 
Dopo un’indagine durata 9 mesi il procuratore pubblico Paolo Bordoli ha emesso un decreto di non luogo a procedere nei confronti del nostro associato Domenico Albanese con le seguenti annotazioni: "Al termine delle indagini M. A. N. veniva risentita dalla Polizia perché le venisse contestata tra le altre cose, la possibilità di essersi inventata di sana pianta anche i presunti abusi che avrebbero subito i figli." e "Del resto lo scrivente (ndr: il Procuratore Pubblico) non può non nutrire dubbi circa la possibilità che il racconto dei figli sia stato in qualche modo indotto, anche indirettamente, dalla madre. E questo sia perché M. N. A. ha dimostrato (con riferimento all’episodio del 24 ottobre 2010 [ndr: denuncia per aggressione nei confronti del marito]) di sapersi inventare accuse a carico del marito; sia perché anche nell’audizione della figlia, la circostanza viene evocata a fatica dalla stessa bambina, in maniera che non é apparsa del tutto spontanea; sia perché nel corso delle telefonate registrate dal marito emerge bene il sentimento di rivalsa della moglie nei confronti del marito e la volontà di vendetta, sia perché la tensione tra i genitori è stata fortemente percepita dai figli, i quali possono poi aver ripreso questa tensione nei loro racconti."
 
Il padre Domenico Albanese dunque è stato posto a beneficio di un non luogo a procedere poiché "si può quindi concludere (…) che non vi sono stati atti sessuali sui figli della coppia operati dal padre (…) e non sono quindi adempiuti gli elementi costitutivi del reato ipotizzato". Complimenti al Procuratore Pubblico Paolo Bordoli, alla commissaria capo Michela Gulfi e al suo team per l’ottimo lavoro svolto!
 
Fortunatamente per Domenico Albanese, le diverse denunce sporte contro di lui dalla moglie non hanno avuto seguito, anzi egli è stato completamente scagionato e la madre condannata.
Quali le conseguenze di quanto messo subdolamente in atto dalla madre M. N. A. ? Domenico, durante i mesi d’inchiesta della polizia, non ha potuto incontrare né sentire telefonicamente i figli. Neppure poteva avvicinarsi ai bambini a scuola, in caso contrario sarebbero immediatamente intervenute le pattuglie di polizia. Non otteneva più informazioni sui bambini da parte della scuola, della pediatra, dell’ospedale di Locarno e men che meno da sua moglie M. N. A.. Quest’ultima ha raccontato a tutti "quanto era accaduto", motivo per cui Domenico per tanti mesi si è visto additato dalla gente come pedofilo e persona aggressiva.
 
Purtroppo tanti padri subiscono peggior sorte: indagini più lunghe (non mesi ma addirittura anni), durante le quali subiscono l’allontanamento forzato dai figli e, sebbene a fine inchiesta vengano prosciolti da ogni accusa, il contatto e le relazioni personali coi propri figli sono definitivamente compromesse.
 
Appare utile, quanto logica, una riflessione. Queste gravi (false) denunce sporte contro il padre Domenico Albanese sono opera della sola moglie N. M. A., oppure "qualcuno" potrebbe avergli suggerito questo "sistema subdolo", adottato tra l’altro da tante mamme per allontanare i propri mariti dai figli? Forse l’avvocatessa della moglie? Nell’articolo pubblicato da un altro padre al link http://joseortiga.wordpress.com/2011/05/23/pillole-cara-rosy/  si legge "…la sua [ndr: della moglie] avvocata Rosangela Locatelli, … (aveva allestito la prima denuncia mendace contro il marito) e … suggerito il "sistema" alla cliente." L’avvocatessa di M. N. A. è la medesima. Pertanto, qualche "ragionevole dubbio" non potrebbe sorgere spontaneo?
 
Vi abbiamo raccontato questa storia per far luce e informare l’opinione pubblica su quanto può accadere (e purtroppo sovente avviene) nelle procedure di separazione e divorzio, ma anche per ristabilire il buon nome e la reputazione del nostro associato Domenico Albanese [per questo motivo egli ha voluto che il suo nome e cognome fosse pubblicato per esteso] che si vede puntare - a torto - il dito dalla gente, sentendosi dire che è una persona aggressiva e un pedofilo, nonostante il suo comportamento sia stato corretto durante tutta la fase di separazione e sia stato prosciolto da ogni accusa.
 
Di fronte alla grave situazione dovuta all’evidente (e accertato) mobbing genitoriale messo in atto dalla madre contro il padre, Domenico ha richiesto al Pretore che venga istituita una curatela educativa a favore dei figli. Quale curatore educativo, la Commissione tutoria regionale di Giubiasco ha nominato il signor Davide Priori che vanta una solida formazione professionale in ambito educativo presso la Supsi di Manno e una significativa esperienza maturata in questo delicato ruolo. Al momento i figli sono ancora affidati alla madre, nonostante sia pendente in Pretura l’istanza di Domenico Albanese per ottenere l’affidamento dei due figli.
 
 
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