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CHIASSO"Pregiudicati, pericolosi e armati fino ai denti"

16.10.15 - 17:01
Ecco l'identikit dei sei uomini fermati venerdì mattina a Castelrotto. Il loro obiettivo? Assaltare un portavalori
Tipress
"Pregiudicati, pericolosi e armati fino ai denti"
Ecco l'identikit dei sei uomini fermati venerdì mattina a Castelrotto. Il loro obiettivo? Assaltare un portavalori

CHIASSO - Volevano colpire con armi pesanti una società portavalori, i sei uomini fermati venerdì mattina a Castelrotto.

Un vero e proprio commando di pericolosi pregiudicati. Questo hanno riferito le autorità, presenti nel corso della conferenza stampa di quella che è stata denominata Operazione Duomo, sugli uomini tratti in arresto. Tutti armati fino ai denti. Erano infatti in possesso di più armi, di tipo corto e lungo, oltre a tutta la strumentazione necessaria al compimento del reato. Secondo gli inquirenti era ipotizzabile anche il sequestro di persona.

Nell'operazione, che ha coinvolto un numero eccezionale di agenti, e che ha avuto successo grazie alla cooperazione con le autorità italiane che seguivano il caso già da un mese, non è stato esploso nessun colpo, solo sparata una granata difensiva.

Tre i veicoli fermati questa mattina poco prima delle 7.30 a Castelrotto. Due automobili, una Bmw e un'Audi, e un furgone. In fila pronti per agire.

A sventare il colpo sono intervenuti i gruppi d'intervento e le teste di cuoio. La località dell'arresto, inoltre, non è stata scelta a caso, ma perché si trattava del luogo con "minor traffico, poche persone e minori rischi. Nessuno si è fatto male", assicurano i rappresentanti della legge dei due Paesi presenti alla conferenza (il comandante della Polizia cantonale Matteo Cocchi e il primo dirigente della polizia di Stato Alessandro Giuliano).

Gli uomini fermati sono tutti ultra quarantenni. Quattro risiedono a Milano o provincia, due nella provincia di Varese. Un settimo arresto, inoltre, è avvenuto contemporaneamente in Italia.

"Abbiamo individuato un gruppo di pregiudicati, soprattutto per rapine in banca, che si muovevano in modo che, all'occhio esperto di chi svolge queste attività investigative, faceva intendere la preparazione di una rapina - ha dichiarato il Dott. Alessandro Giuliano primo dirigente squadra mobile Milano -. Abbiamo individuato una rete di relazioni e i mezzi che avrebbero usato per compiere il colpo. Soprattutto un'auto rubata. Le intercettazioni hanno permesso di capire che la rapina sarebbe stata compiuta nel breve termine è con armi pesanti. Quindi abbiamo capito che avrebbero colpito il Ticino"

Solo attraverso un servizio di osservazione congiunta gli inquirenti hanno capito che avrebbero colpito una località prossima al confine. La polizia italiana è così riuscita a fornire le coordinate ai colleghi della cantonale Svizzera che hanno potuto operare un "intervento efficace senza danni".

Dalla notizia all'arresto la polizia cantonale ha avuto 60 ore per agire. È stato quindi prediletto l'intervento prima del compimento del reato.

Renato Pizolli, capo servizio comunicazione polizia cantonale ha sottolineato la difficoltà dell'operazione: "Un fermo che avviene per strada è difficile che non si noti".

"La criminalità non ha confine - ha aggiunto Cocchi -. Ma la cooperazione è importante. In questo caso è stata fondamentale per il successo dell'operazione".

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