Assunta e poi lasciata a casa allo scadere di un programma d'inserimento: la giovane si è rivolta all'Ocst.
BELLINZONA. Trovare impiego è un'impresa, per i giovani d'oggi. Figurarsi con un tumore. Il corpo e la mente debilitati, i controlli medici che non finiscono mai, anche dopo l'operazione. Una 19enne di Bellinzona ha provato sulla sua pelle – dopo i colpi della malattia – le ingiustizie del mondo del lavoro in Ticino. Assieme alla famiglia e al sindacato OCST si è rivalsa nei confronti del suo ex datore di lavoro, un noto dentista della capitale. Anche all'Ai il caso è stato segnalato.
Il programma d'inserimento - I fatti risalgono a quest'estate, ma solo ora i nodi sono venuti al pettine. La giovane, affetta da un tumore al midollo osseo (linfoma di Hodgkin), ha beneficiato di un assegno per il periodo d'introduzione da parte dell'Assicurazione invalidità. Ogni anno decine di disoccupati “deboli” rientrano nel programma: malati, disabili o infortunati.
Numeri in calo - «Nei primi mesi di lavoro copriamo l'80 per cento della retribuzione, mentre il resto è a carico del datore di lavoro» spiega la capoufficio Ai Monica Maestri. Il numero dei beneficiari, però, è diminuito drasticamente: erano 111 nel 2015, 79 nel 2016. L'anno scorso la cifra è scesa a 63.
Contratti incerti - Quanti continuano a lavorare all'esaurisi del sussidio pubblico? E quanti vengono invece lasciati a casa? «Non lo sappiamo» spiega il direttore dello Ias Sergio Montorfani. «Il sussidio viene erogato solo quando il contratto è di durata indeterminata. Terminato l'assegno, il rapporto di lavoro procede sulla base degli accordi tra le parti».
«Licenziata il giorno stesso» - Nel caso in questione, la 19enne è stata licenziata «il giorno stesso in cui è scaduto l'assegno» raccontano i genitori. Non solo: il datore di lavoro – un medico per di più, odontoiatra – non avrebbe pagato alla ragazza gli ultimi due mesi di lavoro. «Nostra figlia si è recata allo studio tutti i giorni. Ma il dottore ha trattenuto i soldi dell'Ai» spiega la famiglia. Non è stato possibile contattare il medico per un commento. L'Ocst invece conferma di avere preso in carico il caso e di stare «facendo i dovuti accertamenti».