Servizio mensa per migranti e agenti di sicurezza al Piano di Peccia. La strana scelta del Cantone: tolto l'incarico a un ristorante locale per darlo a un'azienda di catering di Locarno. Perché?
LAVIZZARA – Hanno tolto l'incarico a un ristorante della valle per darlo a una ditta di catering che dista oltre 40 chilometri. Suscita grandi interrogativi la scelta del Cantone in merito al servizio mensa dei rifugiati al Piano di Peccia, nel periodo tra settembre 2015 e gennaio 2017. Il dettaglio emerge tra le polemiche legate alla vicenda Argo 1, ditta responsabile della sicurezza (anche) nel piccolo centro per migranti dell'Alta Valle Maggia.
Due parentesi – I fatti dicono che i profughi, in prevalenza eritrei, hanno soggiornato per ben due volte al Piano di Peccia. La prima, per circa due mesi, nel 2014. La seconda, per quasi un anno e mezzo, nel periodo sopra citato. Durante la prima parentesi il servizio mensa era stato garantito dal ristorante Monaci, situato al Piano di Peccia, a pochi metri dagli spazi dell'ex scuola dell'infanzia, luogo in cui alloggiavano circa 40 migranti. Costo: 27 franchi al giorno per persona. Per colazione, pranzo e cena.
Circa 200 chilometri al giorno – Nel corso della seconda esperienza, invece, l'incarico di fornire i pasti ai migranti e agli agenti di sicurezza è stato affidato a un'azienda di Locarno. Per ben due volte al giorno, a pranzo e a cena, un operatore della ditta di catering percorreva l'intera Valle Maggia con una Fiat Panda nera per portare il cibo caldo al centro asilanti. Circa 200 chilometri complessivi al giorno percorsi, 7 giorni su 7.
Poco preavviso – La domanda che tutti si pongono in Lavizzara è: perché? Perché il Cantone non ha puntato sui ristoranti della zona? Perché ha deciso di optare, invece, su una soluzione apparentemente tanto illogica? «Non ci sono state date grandi spiegazioni – dice la gerente del ristorante Monaci – a settembre 2015 la signora Carmela Fiorini, Capo del servizio cantonale richiedenti l'asilo, mi aveva chiamato solo tre giorni prima dell'arrivo degli asilanti per dirci che l'incarico non sarebbe più toccato a noi e che si era deciso di attuare un'altra opzione. La signora mi disse che per mia mamma, cuoca anziana, stavolta sarebbe stato un po' troppo pesante cucinare per un gruppo di asilanti che sarebbe rimasto in valle per un periodo molto più lungo rispetto ai primi due mesi».
Dubbi – Ma in Lavizzara, e in generale in Valle Maggia, il ristorante Monaci non era l'unico esercizio pubblico in grado di rifornire il centro asilanti. Perché non trovare un'alternativa locale? Perché dare la preferenza a una ditta di Locarno? E perché proprio a quella specifica impresa? È vero, come si sussurra, che il responsabile della Argo 1, finito di recente nei guai per varie presunte irregolarità e per avere avuto tra i suoi dipendenti un presunto arruolatore dell'Isis, avrebbe fatto pressioni al Cantone per non ricevere più i pasti caldi da un ristorante del posto? Domande, per ora, senza risposta.