Triplicate in un anno nel nostro Cantone le persone che hanno smesso di studiare e di cercare un impiego. Cosa fanno? Parola allo psicologo
CANTONE - Tecnicamente si chiamano Neet. Dall'inglese “not in education, employ or training”. Persone che non studiano, non lavorano e non seguono più alcun percorso formativo: sono gli scoraggiati dalla crisi. Giovani tra i 15 e i 29 anni che hanno rinunciato a cercare un lavoro e, allo stesso tempo, hanno smesso di studiare. In Ticino il numero è aumentato notevolmente nell'ultimo anno, fanno sapere a tio.ch/20minuti dall'Ufficio cantonale di statistica (Ustat). Sono passati da 235 a 764. Più che triplicati. Le stime «hanno un valore statistico relativo» precisa l'Ustat, e negli ultimi anni hanno avuto un andamento ondivago: da 293 che erano nel 2010, gli “scoraggiati” ticinesi sarebbero passati a 733 l'anno successivo, per poi attestarsi a 469 nel 2012 e a 619 due anni fa.
I dati - Come si spiega allora il boom? «I ticinesi che si dichiarano scoraggiati fanno parte di un gruppo più ampio, composto da coloro che non cercano lavoro in modo attivo, ma sono disponibili qualora si presentasse loro un'offerta» fanno sapere dall'Ustat. E in effetti anche questi ultimi hanno avuto un aumento considerevole l'anno scorso, in Ticino: da 10719 a 12225 persone.
Lo psicologo - Ma per gli scoraggiati il problema è (anche) psicologico. «Queste persone trascorrono gran parte del tempo in casa, rifugiandosi spesso nel web, cadono in depressione anche in tenera età» spiega lo psicologo Luigi Gianini, che conferma come casi simili non siano (purtroppo) così rari. «Ci sono delle condizioni economiche oggettive che influiscono, il guaio però è che chi si scoraggia ne fa un fallimento personale. Si convince che dipenda da lui. Un aiuto psicologico in questi casi – conclude l'esperto – deve partire col ricostruire l'autostima. Ma non è facile».