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TICINOFFS Cargo: sindacati, linea dura, ristrutturazione va annullata

17.03.08 - 17:22
FFS Cargo: sindacati, linea dura, ristrutturazione va annullata
BERNA - I dipendenti delle Officine di Bellinzona riprenderanno il lavoro solo quando le ferrovie federali ritireranno le misure di risanamento di FFS Cargo e il relativo taglio occupazionale. Pierre-Alain Gentil, presidente del Sindacato del personale dei trasporti SEV, ha indicato oggi a Berna che prima di avviare trattative è inoltre necessario che le FFS pubblichino il rapporto sui trasporti merci, fin qui confidenziale, che ha condotto la direzione a varare il piano di ristrutturazione.

Stando a Gentil bisogna che vengano individuati i responsabili dell´attuale situazione e che l´annunciata nuova strategia venga illustrata in modo chiaro. Le FFS non possono chiedere sacrifici a 600 dipendenti in un clima di così poca trasparenza. "Se le FFS non giocheranno a carte scoperte, non vi sarà nessuna discussione", ha affermato il presidente del SEV.

Ivan Cozzaglio, vice sindaco di Biasca, ha detto a nome del comitato di sciopero che il personale di Bellinzona è deciso ad astenersi dal lavoro fin quando necessario: "crediamo infatti che le nostre richieste siano giustificate". "I dipendenti delle officine hanno dimostrato che possono, e anche che vogliono lavorare. Ma in gioco vi è la loro stessa esistenza e il futuro industriale del Ticino". I lavoratori non sono interessati a piani sociali, che comunque hanno una durata limitata ad alcuni anni. "Vogliamo, ha detto Cozzaglio, mantenere i posti di lavoro in Ticino per i nostri figli".

I sindacati contestano le affermazioni delle FFS, secondo cui lo sciopero è illegale in quanto contrario alle disposizioni del contratto collettivo di lavoro. "Il contratto, ha spiegato Gentil, ci impone doveri, ma anche diritti, come ad esempio quello di essere informati in modo corretto". E tale diritto è stato palesemente violato dalle stesse FFS, che hanno messo le maestranze di fronte al fatto compiuto, ha aggiunto Paul Rechsteiner, consigliere nazionale sangallese e presidente dell´Unione sindacale svizzera.

Le FFS hanno informato ufficialmente i sindacati delle misure previste solo il mattino del venerdì 7 marzo "senza consegnare loro nessun documento, nemmeno la documentazione distribuita alla stampa". "Parlare di partenariato sociale in queste condizioni, ha spiegato Gentil, è "pura provocazione".

Secondo Saverio Lurati, segretario regionale di Unia, la vicenda delle officine sta mettendo a dura prova la coesione nazionale. "Non si tratta, ha detto, di un conflitto tra partner sociali, ma di una crisi istituzionale tra la Confederazione e i due cantoni" del Ticino e dei Grigioni. L´agitazione viene portata avanti a favore dell´insieme del personale delle ferrovie, e non dei soli dipendenti di Bellinzona.

Nell´intento di dimostrare la loro solidarietà ai lavoratori toccati dalla ristrutturazione i sindacati progettano di organizzare una grande manifestazione sulla Piazza federale di Berna mercoledì, quando in parlamento si svolgerà il dibattito urgente su FFS Cargo. Ma ancora attendono l´autorizzazione delle autorità comunali bernesi, dato che durante le sessioni le manifestazioni in questo luogo simbolico sono in linea di principio vietate. Una decisione in merito dovrebbe essere nota domani.

La prosecuzione dell´agitazione è stata decisa stamane all´unanimità dai 430 dipendenti delle officine bellinzonesi, dopo che ieri il consiglio di amministrazione delle FFS aveva convenuto, nel corso di una seduta straordinaria, di sospendere il piano di risanamento fino al 9 maggio. Proposte che sono state definite "arroganti, ingiuste e insufficienti" dal presidente del comitato di sciopero, Gianni Frizzo: la ristutturazione, ha detto, non deve essere "né sospesa, né congelata, ma annullata". L´assemblea dei lavoratori ha confermato la propria disponibilità al dialogo, ma "senza condizioni", e ha anche chiesto al Consiglio federale di intervenire a garanzia dell´occupazione.

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