In Ticino guadagnano i più trasparenti sono Greta Gysin dei Verdi e Bruno Storni del PS.
BERNA - Rispetto al 2019, i parlamentari che si ripresentano in ottobre sono diventati più trasparenti (il 56%) in fatto di guadagni generati da mandati extraparlamentari (esclusa l'attività professionale). Lo indica una nota odierna di Lobbywatch.ch, in cui si precisa che a rivelarsi più aperti sono i deputati dell'area rosso-verde. In Ticino guadagnano il premio della trasparenza Greta Gysin dei Verdi e Bruno Storni del PS, nei Grigioni Anna Giacometti del PLR e Jon Pult del PS.
Contattati a due riprese durante l'estate, 117 candidati su 208 hanno rivelato quanto percepiscono per i mandati esercitati in Consigli di amministrazione, comitati di associazioni o per consulenze. Si tratta di un dato confortevole, secondo Lobbywatch: nel 2019, solo il 33% aveva fatto atto di trasparenza.
Non sussiste obbligo - Stando alla Legge sul Parlamento, i deputati non sono obbligati a rivelare quanto guadagnano, ma devono solo precisare se i mandati che rivestono sono o meno retribuiti. Lobbywatch rappresenta insomma l'unica piattaforma in attività che raccoglie simili informazioni, si legge nella nota.
Trasparenza da migliorare - Citato nel comunicato, il copresidente della piattaforma, Otto Hostettler, loda la maggiore trasparenza, ma fa anche notare che sarebbe meglio se tutti i parlamentari si mostrassero cooperativi come chiede da tempo il Gruppo di Stati contro la corruzione del Consiglio d'Europa (GRECO).
Si dichiara di più a sinistra - Scendendo nei particolari dell'indagine, emergono differenze anche significative fra i partiti, i sessi, i due rami del parlamento e la regione. A livello di partiti, il 94% degli Ecologisti ha informato sulle remunerazioni ricevute, seguiti dai Socialisti (92%), i Verdi liberali (60%), il Centro (43%), i Liberali Radicali (34%) e, fanalino di coda, l'UDC (29%).
Stati e Nazionale a confronto - L'indagine mostra anche che, a livello di trasparenza, il Consiglio nazionale (60%) supera di un bel po' il Consiglio degli Stati (35%, dove è molto più rappresentato il centro-destra, n.d.r). A livello di generi, il 70% delle candidate donne non ha avuto remore nel rivelare i propri guadagni a fronte del 47% dei colleghi uomini. I candidati giovani - sotto i 40 anni - sono poi quelli meno restii - 73% - a fare opera di apertura, rispetto ai colleghi più in là con gli anni (51-60 anni, 48%). A livello regionale, i candidati romandi e del nord della Svizzera spiccano proporzionalmente per maggiore trasparenza.