Per le strade di Scuol si sentono voci diverse sulla possibile scomparsa di RTR. C'è anche chi vivrebbe comunque «benissimo»
SCUOL - A Scuol, il comune romancio più grande della Svizzera, la quarta lingua nazionale è molto presente. La commessa del panificio Erni saluta i suoi clienti con un “Allegra!”, allo Zvieri-Kaffee si sente parlare più romancio che svizzero tedesco e passeggiando per le vie del paese di circa 4700 anime non mancano le insegne nella lingua locale, dal Cuafför Casura all’Hotel Crusch Alba.
Per questa comunità linguistica, si sa, esiste la Radiotelevisiun Svizra Rumantscha (RTR), emittente della SSR SRG che impiega circa 160 collaboratori e che - almeno stando agli oppositori dell’iniziativa “No Billag” - rischia di scomparire se la proposta di abolire il canone radio-televisivo fosse accolta.
«Noi ascoltiamo e guardiamo tutti i giorni le trasmissioni in romancio», afferma Bruna Vögtli, un’anziana del posto. Se sparissero «sarebbe una piccola apocalisse per noi romanci», assicura. Sarebbero infatti costretti a guardare la televisione in tedesco, sottolinea, che non riporta l’attualità regionale. Anche alla parrucchiera 16enne Lorena Rotiroti spiacerebbe che queste emissioni non ci fossero più, visto che sul mezzogiorno ascolta sempre Radio Rumantsch: «Così scopro quello che succede nella mia regione», spiega.
Il selvicoltore Johann Tschalär, al contrario, potrebbe vivere benissimo anche senza la SSR: «La corrispondenza non è neutrale», lamenta. Lui, del resto, non ha nemmeno un televisore e non ha quasi bisogno di internet. «Se voglio ascoltare la radio posso sintonizzarmi su un’emittente straniera come Radio Tirol», spiega. A favore dell’iniziativa è anche un altro passante, che vuole rimanere anonimo: «Io non rimpiangerei le trasmissioni in retoromancio», assicura. «È tempo di far capire che qualcosa deve cambiare», conclude.
I numeri della RTR - Sintonizzandosi sulla RSI, a tutti sarà capitato di imbattersi nel “Telesguard”, programma d’informazione in retoromancio della RTR. Con “Cuntrasts” e il “Minisguard” assicura l’informazione nella quarta lingua nazionale alle 100mila persone in Svizzera che la capiscono e, fra di loro, ai suoi 40mila madrelingua. Ma quali sono i numeri di questa emittente? Il Telesguard ha circa 30mila spettatori con un’età media di 63 anni, lo scorso anno la RTR è costata complessivamente 25,5 milioni di franchi (l’1,5% del budget della SSR) e l’azienda impiega 167 persone. Nel 2016, su 105 ore di trasmissioni diffuse sulle frequenze di SRF, 73 erano di produzione propria. Radio Rumantsch, che trasmette 24 ore su 24, ha invece prodotto 8’784 ore di programmi.
Programmi TV in tutte le lingue: necessari per il 74% degli svizzeri - Che cosa tiene insieme gli svizzeri con le loro quattro diverse lingue? Per il 55% della popolazione è chiaro: la Radiotelevisione svizzera è importante per la coesione nazionale. Lo rivela un sondaggio sulla SSR di 20 Minuten al quale hanno partecipato 21’540 persone. Per il 74% di loro, inoltre, è necessario che in Svizzera vengano trasmessi programmi in tutte e quattro le lingue nazionali. Il 24%, al contrario, lo trova inutile. Il 2% è indeciso.