È Il tema - insieme all'intolleranza - su cui il nostro Paese deve lavorare di più per migliorare la situazione nel campo dei diritti umani
GINEVRA - Razzismo e intolleranza sono i temi su cui la Svizzera deve lavorare di più per migliorare la situazione nel campo dei diritti umani. È questa l'opinione espressa oggi dagli Stati membri dell'ONU a Ginevra.
Per la terza volta - la prima dal 2012 - la Confederazione è stata sottoposta all'Esame periodico universale del Consiglio dei diritti umani (EPU).
Molti Paesi membri dell'ONU hanno accolto positivamente il progetto per una legge che stabilisca un'istituzione nazionale per i diritti umani, una delle principali richieste fatte cinque anni fa.
I temi che più preoccupano sono invece il razzismo, la xenofobia e l'intolleranza. Il Venezuela ha in particolare puntato il dito contro «l'estrema destra» e certi media, e ha domandato l'adozione di un piano nazionale e una revisione del Codice penale per contrastare questi fenomeni.
Gli Stati Uniti, dal canto loro, hanno chiesto una revisione della legge sull'asilo per evitare di trattenere troppo a lungo i richiedenti, oltre che maggiori risorse per le carceri. Come altri, hanno domandato sforzi contro la discriminazione nei confronti dei migranti.
Diversi Stati hanno poi deplorato il fatto che la Svizzera non faccia ancora parte della Convenzione contro la violenza sulle donne. Questa misura è però in corso d'attuazione, ha spiegato la responsabile della delegazione elvetica Pascale Baeriswyl, segretaria di Stato agli affari esteri.
Altre richieste hanno inoltre riguardato i settori dei lavoratori migranti, della parità salariale, della lotta alla discriminazione nei confronti della comunità LGBT o degli intersessuali e della responsabilizzazione delle multinazionali.
Il Consiglio federale considera il livello dei diritti umani in Svizzera «buono», ha detto la Baeriswyl. Tuttavia «nessun Paese può fermarsi ed essere compiaciuto della situazione», poiché si tratta di un tema che necessita di un impegno costante. La Confederazione, ha ricordato, ha comunque messo in opera molte raccomandazioni dell'Onu, aderendo anche a diverse convenzioni internazionali.
Le raccomandazioni fatte oggi verranno inserite in un rapporto atteso per martedì prossimo. La Svizzera si esprimerà nei mesi a venire, rendendo noto quali intende accogliere e quali no.