In questo periodo tra gli studenti circola - via WhatsApp - una catena di Stan’Antonio con minacce di morte. Gli esperti sono preoccupati
ZURIGO - «Ciao, sono Nico e ho nove anni. Il mio volto è coperto di sangue.». Con queste parole, una voce filtrata, inquietante, dà il via al messaggio audio che sta girando tra gli studenti in Svizzera centrale, tramite l’utilizzatissima applicazione per smartphone.
Il mittente, quindi, invita a inoltrare il messaggio entro venti minuti ad almeno venti amici: «In caso contrario, a mezzanotte sarò da te per ucciderti».
Secondo l’Aargauer Zeitung, la madre di uno studente di Laufenburg, un piccolo comune del Baden-Württemberg, in Germania, ha già sporto denuncia.
Anche la Polizia cantonale di Zurigo «è al corrente del problema», conferma il portavoce Beat Jost.
Laurent Sédano, esperto in media di Pro Juventute, afferma nel contempo che «il fenomeno è noto» e mette in guardia i genitori dei bambini e ragazzi delle scuole primarie e secondarie: «Di fronte a un messaggio di questo tipo potrebbero avere paura, sentendosi indifesi». Gli fa eco Michael In Albon, esperto in social media presso Swisscom, il quale sostiene che «nella maggior parte dei casi i ragazzi non possono affatto affrontare il problema da soli».
In qualsiasi caso, la Polizia cantonale di Zurigo consiglia di sporgere denuncia contro ignoti.