"Inviano senza ritegno immagini pornografiche, fanno pause molto lunghe, effettuano commissioni private durante il lavoro e passano molto tempo su Facebook": queste alcune delle accuse rivolte lo scorso di maggio da alcuni collaboratori dell'Ufficio ai loro superiori. Il catalogo di rimproveri era stato affidato all'avvocato Ueli Vogel-Etienne, che intendeva sottoporlo al parlamento e al consigliere di Stato competente. Un deputato UDC aveva però fatto scoppiare lo scandalo trasmettendo l'incarto alla stampa.
Il rapporto pubblicato giunge alla conclusione che la maggioranza dei dipendenti dell'ufficio in questione lavorano correttamente. Per una "minima parte" di loro le critiche riguardanti le lunghe pause e l'uso disinvolto di internet hanno invece almeno in parte trovato conferme.