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VIPLino Banfi: «Il Papa mi chiama per sorridere. Cambiai nome per Totò»

20.09.23 - 09:00
L’attore ha raccontato l’amicizia con il Pontefice e rivelato retroscena della sua carriera
IMAGO
Lino Banfi: «Il Papa mi chiama per sorridere. Cambiai nome per Totò»
L’attore ha raccontato l’amicizia con il Pontefice e rivelato retroscena della sua carriera

ROMA - Lino Banfi e il Pontefice, un’amicizia nata nel segno della comicità. L’attore ha raccontato del rapporto nato con Papa Francesco in un’intervista al Corriere della Sera nella quale ha anche ripercorso le tappe più importanti della sua carriera.

«Un mio amico - dice Banfi indicando una foto in cui appaiono insieme -. Sono stato a trovarlo sette volte. La prima gli dissi: voglio diventare il giullare del Papa. Quando lei è ‘incavolato’, mi chiama, e io la faccio sorridere». Banfi sente spesso Papa Francesco anche al telefono.

«Ogni tanto mi chiama. E io gli racconto gli episodi più divertenti della mia vita, e pure quelli tristi: il mio sogno è sempre stato far ridere e piangere insieme. Come prova d’amicizia gli ho chiesto questa foto. Lui ha messo via il bastone, e si è appoggiato a me». Raccontando della sua carriera, Banfi spiega perché decise di scegliersi un nome d’arte.

«Lavoravo a Roma nel teatro di Graziano Jovinelli - ha spiegato Banfi -, che mi mandò da Totò con una lettera di presentazione: ‘Ma mi raccomando, non la aprire, non leggere quello che scrivo di te’. Io ovviamente aprii la lettera, con il trucco del vapore, e la lessi. C’era scritto: ‘Caro Totò, hai davanti un giovane di talento, che non si smarrisce nei congiuntivi’. Praticamente una laurea. Totò mi chiese: ‘come ti chiami?’ E io: ‘Pasquale Zagaria, in arte Lino Zaga’. E lui: ‘non va bene, lo devi cambiare. Abbreviarsi il nome porta buono, guarda me che mi chiamo Antonio. Ma abbreviarsi il cognome porta malissimo’».

A risolvere il problema fu l’impresario di Banfi. “«ra pure maestro elementare. Lui aprì il registro di classe e lesse alla prima riga: Aurelio Banfi. Gli ho rubato il cognome, e non l’ho mai conosciuto, mi piacerebbe incontrarlo…».

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