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UCRAINAVisitare Chernobyl, per non dimenticare

25.04.19 - 07:00
Tour giornalieri da Kiev alla centrale nucleare, ai checkpoint e alle zone evacuate
Foto di M. Murmyrka
Il Luna Park di Chernobyl
Il Luna Park di Chernobyl
Visitare Chernobyl, per non dimenticare

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Tour giornalieri da Kiev alla centrale nucleare, ai checkpoint e alle zone evacuate

KIEV – Chi non ricorda la nube tossica proveniente di Chernobyl. Il disastro, che avvenne il 26 aprile 1986 alle ore 1:23 a seguito di un test andato male, è ancora presente nei ricordi di molti, soprattutto dei cittadini europei, impresso nella mente di noi tutti. Per vedere da vicino cosa è accaduto ai luoghi in cui, 30 anni fa, c’è stato uno dei più gravi incidenti nucleari della storia, è possibile fare dei tour nella zona della purtroppo famosa centrale. 

Ogni giorno dalla capitale dell’Ucraina Kiev partono viaggi organizzati diretti a Chernobyl. Si stima che il numero dei turisti si aggiri attorno a 50 mila all’anno.
Le ragioni sono tante e diverse: la curiosità, la volontà di poter osservare le conseguenze di un incidente nucleare oppure la semplice attrazione per le catastrofi. Il turismo del “voyeurismo” è sempre di moda, basti vedere l’affluenza al memorial 9/11 a New York, ai killing fields in Cambogia, a Robben Island in Sudafrica oppure al campo di concentramento di Auschwitz.

Il tour tocca, quale prima tappa, la città di Pripyat che al tempo era la più vicina al luogo dell’incidente. Un tempo abitata da più di 50 mila persone è stata subito totalmente evacuata. Oggi si possono ancora vedere i resti di questo grande centro, compreso il luna park (ottimo luogo per un selfie), che doveva essere inaugurato il giorno seguente all’incidente nucleare. Ovviamente la zona rossa, vicina al reattore, dove si svolgono lavori di assestamento e di messa in sicurezza, sono ancora off limits.

La natura sta tornando a impadronirsi di Pripyat, e oggi è possibile vedere gli alberi che crescono attraverso il cemento e l’asfalto, così come gli animali selvatici, la cui presenza rende ancora più surreale questa esperienza.
Oggi le radiazioni presenti nelle zone in cui si ha accesso sono minime, è comunque necessario effettuare un check prima e, durante il tour non è permesso toccare nulla, né mangiare o bere all’interno dell’area interessata dal disastro radioattivo.

Il tour comprende anche Dytyatky checkpoint, uno dei punti di controllo che ancora oggigiorno segnano l’area interdetta alla popolazione, oltre cui non è possibile continuare. Si giunge sino al sarcofago che oggi contiene il reattore interessato dall’incidente. Molto interessante e curiosa è la Foresta Rossa, i cui alberi hanno cambiato il loro colore a causa delle radiazioni.

Nei dintorni di Chernobyl sono presenti anche alcuni villaggi abbandonati, dove tutto assume un’aria sinistra e molto impressionante. La gita continua verso Chernobyl, dove è possibile seguire una piccola dimostrazione dei metodi e degli strumenti utilizzati per la decontaminazione delle persone all’epoca del disastro. Un piccolo pranzo è compreso nel viaggio, da mangiare in una zona
sicura. 

Per poter partecipare ai tour è raccomandabile prenotare con anticipo, in quanto si deve ricevere il permesso dal governo ucraino. Normalmente bastano alcuni giorni, anche se è conveniente prenotare direttamente sugli appositi siti internet che si occupano di questa particolare gita. Il costo per persona è, a dipendenza dell’organizzatore, di circa 20 dollari. Nel prezzo è compreso un rilevatore delle radiazioni e un dosimetro che verrà analizzato al rientro della persona nelle zone sicure, questo per dare un impressione di sicurezza e controllo.

Nella regione attorno alla centrale, dal tragico incidente sono morte, a seconda dell’ente che diffonde il dato, dai 4 mila al milione e seicentomila persone. Visitare Chernobyl oggi è forse un gesto importante, per non dimenticare un evento disastroso che ha segnato l’umanità e che ha mostrato all’uomo i limiti della tecnica e dello sviluppo, nonché gli effetti nefasti per l’intera Europa di una pur
piccola esplosione.

 

Testo a cura di Claudio Rossetti


Questo articolo è stato realizzato da Progetti Rossetti, non fa parte del contenuto redazionale.
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