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Sanità-InnovativaSOS Ticino: inclusione e accoglienza di migranti e disoccupati

11.09.23 - 11:28
Oggi affrontiamo un tema che ci sta molto a cuore, ovvero l'inclusione di disoccupati e migranti all'interno del nostro Cantone
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SOS Ticino: inclusione e accoglienza di migranti e disoccupati

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Oggi affrontiamo un tema che ci sta molto a cuore, ovvero l'inclusione di disoccupati e migranti all'interno del nostro Cantone

Per farlo, intervistiamo Mario Amato, direttore, dall’aprile del 2020, di SOS Ticino e dal 1998 responsabile del suo servizio giuridico. Laureato alla Facoltà di Giurisprudenza dell'Università Statale di Milano e titolare di un master di secondo livello in Tutela e protezione dei diritti umani, ci parla di come l'associazione opera sul territorio per favorire il reinserimento nel mondo del lavoro dei disoccupati e, soprattutto, dei vari servizi di accoglienza messi a disposizione dei migranti e dei richiedenti asilo.
 

Signor Amato, ci racconta l'origine dell'organizzazione e la sua storia?

SOS Ticino è presente in Ticino dal 1984, ma l'associazione è stata fondata alla fine del 2004 ed è diventata operativa nel 2005. Inizialmente, infatti, il Soccorso Operaio Svizzero (SOS) era un'associazione di natura nazionale, con sede centrale a Zurigo e diverse sedi distaccate nei vari cantoni. L'associazione nazionale è stata fondata nel 1936, in seguito alla guerra civile spagnola, allo scopo di accogliere i rifugiati che arrivavano in quel momento e di fornire supporto economico alle famiglie disagiate. Fino alla fine del 2004, quindi, l'associazione ha operato come un'organizzazione nazionale con alcune sezioni a livello cantonale.

Poi, negli anni precedenti al 2005, è stata avviata una riflessione a livello nazionale sulla regionalizzazione delle attività del Soccorso Operaio Svizzero. Di conseguenza, sono state istituite le associazioni regionali SOS, tra cui SOS Ticino nel 2005.

Attualmente, quindi, SOS Ticino fa parte di una rete composta da dieci associazioni SOS, che operano in altrettanti cantoni svizzeri e in circa quaranta comuni a livello nazionale. Complessivamente, l'organizzazione impiega circa 900 collaboratori in tutta la Svizzera. Nel 2011 è stata creata l’associazione mantello SOS Svizzera con il nome di “Rete dei Soccorsi Operai Svizzeri” che funge da collegamento tra le dieci Associazioni regionali del SOS.

 

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Potrebbe descrivere gli obiettivi dell'associazione? E quali sono le attività principali e i servizi offerti agli utenti da SOS Ticino?

Il principale obiettivo di SOS Ticino è promuovere la giustizia sociale, politica ed economica, sostenendo l’autodeterminazione e il rispetto dei diritti umani. Svolgiamo le nostre attività principalmente in due settori: la disoccupazione e la migrazione. Nel settore della disoccupazione, gestiamo programmi occupazionali temporanei (POT), che coinvolgono disoccupati segnalati dall'ufficio regionale di collocamento, dove vengono svolte attività di sostegno al collocamento e attività pratico-lavorative vicine al mercato del lavoro: “Ri-Taglio”, che ruota intorno all'attività di sartoria, “Ri-Sostegno”, che si occupa di sgombero e recupero di oggetti, e “Ri-Cicletta”, con cui recuperiamo biciclette dismesse, le risistemiamo e le vendiamo a prezzo calmierato. Inoltre, collaboriamo con un'altra associazione di Zurigo al fine di inviare periodicamente biciclette in Africa. Nel settore della disoccupazione, oltre ai POT, gestiamo un altro progetto denominato Coaching Trans Fair 2 (CT2) che è rivolto a giovani adulti in cerca di impiego tra i 18 e i 30 anni che offrendo loro supporto nella ricerca di un impiego e nel reinserimento professionale.

Invece, nel settore della migrazione, che rappresenta la parte più significativa delle nostre attività, abbiamo una vasta gamma di progetti e servizi. Innanzitutto, offriamo servizi di accompagnamento sociale per richiedenti asilo, rifugiati e persone ammesse provvisoriamente in Svizzera. Le persone vengono accompagnate nella gestione delle loro richieste e dei loro problemi quotidiani in ambito sanitario, scolastico e giuridico, in collaborazione con le istituzioni e i servizi cantonali preposti. All'interno del settore della migrazione, però, offriamo anche altri servizi e progetti, come il servizio In-Lav, che favorisce l'inserimento professionale di queste persone attraverso la partecipazione a stage, che in alcuni casi possono sfociare in assunzioni e diversi altri progetti volti a favorire l’integrazione.

Inoltre, gestiamo l'Agenzia Derman, che fornisce servizi di interpretariato e mediazione culturale. Formiamo e mettiamo a disposizione interpreti in diverse situazioni, sia a livello cantonale, come negli ospedali e nelle scuole, sia all'interno del servizio di protezione giuridica, un progetto nato nel 2019, ovvero l'anno in cui è stata modificata la legge sull'asilo.

Questa revisione, infatti, ha suddiviso la Svizzera in sei macroregioni e ha stabilito che ogni richiedente asilo ha diritto di avere un rappresentante legale finanziato dalla Confederazione per tutta la durata della procedura. Noi abbiamo vinto la gara d'appalto nel 2018 e, dal 2019, mettiamo a disposizione i nostri rappresentanti legali, occupandoci sia della procedura celere, sia della procedura ampliata, che richiede una maggiore valutazione dei casi.

Poi abbiamo il “Servizio appartamenti”, che si occupa di trasferire le persone coinvolte nel processo di asilo, che inizialmente sono ospitate nei centri collettivi della Croce Rossa, in appartamenti individuali.

 

Qual è la vostra visione dell'attuale situazione socioeconomica in Ticino in relazione alle vostre attività? E quali sono le principali differenze del Cantone rispetto al resto della Svizzera?

Per quanto riguarda la disoccupazione, ad esempio, abbiamo riscontrato un buon tasso di inserimento delle persone che partecipano ai nostri programmi occupazionali temporanei. Ciò significa che molte delle persone che hanno partecipato ai programmi, addirittura il 50%, hanno poi trovato un impiego già durante la partecipazione alla misura.

Pertanto, posso dire che siamo abbastanza ottimisti riguardo a questo aspetto, nel senso che le misure stanno funzionando. Va notato che non si tratta solo della misura strettamente intesa, ma anche del lavoro dei"job coach", ossia le persone che accompagnano i partecipanti durante la misura e li supportano in varie attività. Probabilmente è proprio grazie a questa combinazione di fattori che il tasso di collocamento è aumentato in modo significativo negli ultimi anni.

 

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Il numero di utenti che si rivolgono a voi o che vi vengono affidati, è aumentato o è rimasto stabile?

Nel campo della disoccupazione, il numero di utenti è rimasto più o meno stabile. Potremmo dire che vi è stato un leggero aumento dei partecipanti ai programmi occupazionali temporanei, ma nulla di indicativo.

Per quanto riguarda la migrazione, invece, tutto dipende dai flussi migratori. Nel 2022 abbiamo registrato un aumento delle domande d'asilo rispetto all'anno precedente, passando da 14’000 a 24’500 richieste, e quest'anno si prevede un ulteriore aumento. Secondo le stime della Segreteria di Stato della Migrazione, potremmo arrivare a 27’.000 o forse anche di più. Tutto dipenderà da ciò che accadrà durante i periodi di maggiore afflusso, come l'estate.

Questo aumento impatta su diverse attività di SOS Ticino, inclusa la protezione giuridica e l'Agenzia Derman. Nel 2019, presso la Protezione giuridica, avevamo poco più di una ventina di dipendenti e oggi siamo quasi sessanta, poiché abbiamo dovuto adeguare il numero di rappresentanti legali, consulenti e personale amministrativo all’aumento del numero delle domande d'asilo.

L'aumento delle domande, poi, ha un impatto anche sull'Agenzia Derman, poiché più aumentano i richiedenti asilo assistiti dalla protezione giuridica, maggiori sono le esigenze di interpreti e mediatori culturali. Inoltre, si ripercuote anche sul servizio di accompagnamento, poiché una volta che le domande vengono accettate, i richiedenti asilo vengono trasferiti nei diversi cantoni, compreso il Canton Ticino, e quindi si attivano tutti i servizi previsti dall'associazione.

 

Quali tipologie di utenti usufruiscono dei vostri servizi? Vengono selezionati da qualcuno o possono contattarvi direttamente per ottenere aiuto e sostegno?

Le tipologie di utenti che usufruiscono dei nostri servizi sono strettamente legate ai nostri due principali settori di attività: la disoccupazione e la migrazione. Nel campo della disoccupazione, i partecipanti vengono inviati dagli uffici regionali di collocamento. Se un consulente per l'impiego ritiene che una persona disoccupata debba frequentare una delle nostre misure, la invia per inserirla nei programmi occupazionali temporanei. Quindi, per quanto riguarda la disoccupazione, in linea generale non abbiamo un'utenza che può contattarci direttamente, ma lavoriamo con i partecipanti che ci vengono inviati dagli uffici regionali di collocamento. Salvo naturalmente il progetto CT2, a cui facevo riferimento prima.

Nel settore della migrazione, il funzionamento è più o meno simile. Tutte le attività legate all'interpretariato, all'accompagnamento sociale, all'inserimento professionale e ai vari progetti di integrazione sono rivolte a un'utenza che fa parte del contesto della procedura d'asilo, quindi queste persone possono rivolgersi ai nostri servizi solo se sono coinvolte in quel tipo di attività. Lo stesso vale per il servizio giuridico, che è rivolto sia a persone coinvolte nella procedura d'asilo che ad altri migranti.

Dato che il nostro consultorio giuridico esiste da quasi trent'anni, si è diffusa la voce che siamo l'"avvocato dei migranti". Tuttavia, vorrei sottolineare che non ci occupiamo di qualsiasi problematica giuridica che riguardi i migranti. La nostra attenzione principale, infatti, è rivolta alla sfera della migrazione. Tuttavia, qualora servisse, indirizziamo le persone verso gli studi legali che possono farsi carico di eventuali specifiche esigenze.

Un altro settore che stiamo cercando di sviluppare negli ultimi anni è quello della formazione. Spesso ci vengono richieste sessioni formative da parte di enti, associazioni, scuole, quindi abbiamo pensato di diventare noi stessi attivi in questo ambito, sviluppando sessioni formative sugli argomenti in cui siamo competenti, quindi disoccupazione e migrazione.

Inoltre, abbiamo anche un'impresa sociale chiamata "Sostare", che gestisce il ristorante Casa del Popolo a Bellinzona. Gli utenti sono persone il cui collocamento professionale risulta particolarmente difficile e viene offerta loro un posto di lavoro pratico nel campo della ristorazione, accompagnato da una formazione essenziale sul funzionamento generale delle attività di ristorazione.

 

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Quali sono invece gli obiettivi che SOS Ticino si propone di raggiungere nei prossimi anni?

Negli ultimi tempi, abbiamo riflettuto molto sullo sviluppo di SOS Ticino. Sono entrato a far parte dell'organizzazione nel 1998, quando eravamo poco più di venti persone, e oggi siamo circa 120. Ogni tanto presentiamo nuovi progetti o piccole iniziative, ma l'obiettivo principale, al momento, è il miglioramento e il consolidamento di ciò che già abbiamo.

Per quanto riguarda lo sviluppo, esiste un aspetto molto interessante legato al mondo dell'impresa sociale. Attualmente, abbiamo già un'impresa sociale, ma vorremmo valutare la possibilità di creare ulteriori forme di impresa sociale nei settori in cui operiamo.

In termini di progetti mirati, ne abbiamo molti nel campo della migrazione. Quello che ritengo particolarmente interessante dal punto di vista dell'integrazione è il progetto "Sotto lo stesso sole", che promuove l'integrazione attraverso lo sport. Da anni, infatti, abbiamo una squadra di calcio, composta da ragazzi provenienti da diverse realtà migratorie, che si allenano un paio di volte alla settimana e partecipano ai tornei che si svolgono durante la primavera e l'estate.

Un'altra iniziativa molto positiva che abbiamo organizzato è la seconda edizione di "Biciclettiamo", che coinvolge gli utenti di alcuni dei nostri progetti come "E-Voliamo" e "Miso Giovani". Questi progetti sono rivolti a giovani migranti che si trovano in situazione di fragilità e che partecipano a sessioni di formazione in aula, ad esempio corsi di informatica, italiano o matematica, e poi si impegnano in attività pratiche insieme ai disoccupati che frequentano il programma. Quindi, oltre al momento di formazione, c'è anche una componente lavorativa.

L'anno scorso, i giovani coinvolti in questo progetto hanno partecipato a un percorso in bicicletta attraverso la Svizzera, diviso in 5 tappe. Partiamo con i ragazzi e raggiungiamo una località, in cui i ragazzi hanno la possibilità di socializzare con gli abitanti del luogo.

Un altro progetto interessante è il corso di nuoto dedicato alle donne e ai loro figli, che viene incontro alle esigenze delle mamme che non sanno nuotare e che quando vanno al lago o in piscina, rischiano di trovarsi in difficoltà.

Ecco, questo è quanto facciamo e quanto vorremmo implementare in futuro.

 

Mario Amato, direttore SOS Ticino
https://www.sos-ti.ch


Questo articolo è stato realizzato da Associazione EKUOS, non fa parte del contenuto redazionale.
COMMENTI
 

Dan1962 7 mesi fa su tio
Non siamo un Paese accogliente e socialista per ottenere la cittadinanza occorre non essere in assistenza dunque se cominciano in assistenza tanto vale metterli fuori
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