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ZURIGOImmigrazione: UBS, aziende temono conseguenze negative 9 febbraio

16.04.14 - 16:04
Immigrazione: UBS, aziende temono conseguenze negative 9 febbraio
ZURIGO - Circa la metà delle aziende teme conseguenze negative in relazione all'iniziativa sull'immigrazione di massa: lo sostiene un sondaggio condotto dagli economisti di UBS su 385 società. Le imprese hanno paura che, con un contingentamento dei lavoratori stranieri, dovranno far fronte a maggiori difficoltà nel trovare personale qualificato, ciò che spingerà verso l'alto i salari.

"Siamo stati sorpresi da questo risultato", ha affermato il capo economista della banca, Daniel Kalt, in una conferenza stampa odierna a Zurigo. Il 40% delle aziende interrogate prevede un impatto sfavorevole sulla ricerca di personale e un altro 10% fortemente negativo. Il 3% si attende invece conseguenze positive.

Quasi un terzo delle società fa inoltre sapere che, alla luce del voto del 9 febbraio, ha procrastinato investimenti previsti in Svizzera. E il 39% si aspetta una diminuzione della domanda proveniente dall'Ue.

Visto che l'attuazione della nuova normativa sull'immigrazione produrrà i primi effetti significativi solo tra due o tre anni, gli economisti di UBS non cambiano le loro previsioni congiunturali a breve termine. Per quest'anno rimane perciò attesa una crescita economica del 2,1%, che salirà al 2,4% nel 2015.

Secondo i ricercatori di UBS il problema della carenza di manodopera potrebbe però aggravarsi già nei prossimi anni, a seconda di come verrà configurato il futuro regime dell'immigrazione. Una soluzione potrebbe essere aumentare la partecipazione al mondo del lavoro da parte delle donne e delle persone più anziane. Vi è infatti da far fronte a un cambio generazionale: nei prossimi dieci anni andranno in pensione circa un milione di occupati, mentre solo 500'000 giovani si affacceranno al mercato del lavoro.

Nella definizione dei contingenti sarà imperativo tenere conto delle forti disparità regionali. In termini assoluti, l'immigrazione si concentra per il 45% nei cantoni Zurigo, Ginevra e Vaud. Le zone di confine, inoltre, sono fortemente dipendenti dai frontalieri: nel Giura e in Ticino quasi tutti i nuovi posti di lavoro creati sono stati occupati da personale residente all'estero. Ma anche Ginevra quasi la metà dei nuovi impieghi è stata affidata a frontalieri.

Al momento è molto difficile valutare come evolverà l'immigrazione nell'immediato futuro. UBS ha quindi valutato diversi scenari, il peggiore del quale prevede un mancato accordo con l'UE e il conseguente rischio di una revoca completa degli accordi bilaterali. In tal caso sarebbe possibile anche una nuova votazione.

"Al momento di decidere sull'iniziativa contro l'immigrazione di massa molti non erano coscienti dei suoi effetti.", ha affermato Lukas Gähwiler, presidente della direzione di UBS Svizzera. "Se vedranno il prezzo che bisognerà pagare, potrebbe darsi che decidano in modo diverso". Un'altra possibilità è costituita da un raffreddamento congiunturale, che renderà non più necessari i contingenti.

ATS
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