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SVIZZERA"La BNS è intervenuta per stabilizzare i mercati"

29.06.15 - 10:04
Lo ha dichiarato oggi al Swiss International Finance Forum di Berna il presidente Thomas Jordan
"La BNS è intervenuta per stabilizzare i mercati"
Lo ha dichiarato oggi al Swiss International Finance Forum di Berna il presidente Thomas Jordan

BERNA - La Banca nazionale svizzera (BNS) è intervenuta sui mercati valutari: il suo presidente Thomas Jordan ha dichiarato oggi al Swiss International Finance Forum di Berna che l'istituto "si è adoperato per stabilizzare il mercato".

Dalla revoca della soglia di cambio minima per l'euro il 15 gennaio scorso, la BNS ha sempre ripetuto che in caso di bisogno sarebbe intervenuta sui mercati, ha ricordato Jordan, aggiungendo che la situazione emersa in Grecia nel fine settimana "giustifica tale necessità". Non ha però fornito indicazioni sull'ampiezza degli interventi e su possibili ulteriori transazioni. Ma l'istituto di emissione continuerà a seguire "intensamente" la situazione.

Si tratta della prima volta da metà gennaio che la BNS conferma esplicitamente di aver agito sui mercati valutari per contrastare il rafforzamento del franco. Stamani l'euro ha rapidamente riguadagnato terreno rispetto alla moneta svizzera: dopo essere scivolato a 1,0315 franchi è salito fino a 1,0441, per muoversi attorno a 1,0400 poco dopo mezzogiorno.

Nel suo intervento Jordan ha anche motivato la necessità degli interventi: la domanda per il franco è aumentata. L'invigorimento rappresenta una situazione difficile per l'economia elvetica, ha ammesso ancora una volta. Ciononostante, la decisione di abbandonare il tasso di cambio minimo è stata giusta perché la misura non era più sostenibile, ha ribadito il presidente della BNS.

Oltre all'evoluzione dei corsi delle azioni, sarà pure interessante vedere se, in seguito alla situazione greca, aumenteranno anche i tassi d'interesse sui titoli di stato dei paesi periferici. "Dobbiamo seguire attentamente l'evoluzione", ha spiegato Jordan. A suo modo di vedere, gli effetti dovrebbero essere meno forti rispetto a quanto sarebbero stati uno o due anni fa.

Sempre in merito alla Grecia il presidente della BNS ha dichiarato che "quanto succerà ora è assolutamente incerto". Egli ritiene possibile che venga ancora trovata una soluzione nelle trattative con i creditori. "La Svizzera non fa parte dei negoziati, ma noi - ha indicato - continuiamo a seguirli molto da vicino."

Anche la consigliera federale Eveline Widmer-Schlumpf, pur essendo preoccupata per l'aggravarsi della crisi del debito greco, ritiene i problemi della zona euro meno insormontabili e difficili rispetto ad alcuni anni fa.

Alcuni paesi precedentemente in difficoltà, come la Spagna e il Portogallo, sono infatti ora relativamente stabili e la Banca centrale europea (BCE) ha assunto un ruolo più incisivo, ha analizzato la ministra delle finanze. La situazione è comunque difficile: la crisi non riguarda solo l'industria di esportazione, ma l'intera economia svizzera, ha affermato Widmer-Schlumpf allo Swiss International Finance Forum.

Economicamente l'Europa potrà risollevarsi, ma ora si pone il problema della fiducia e di come stabilizzare il sistema euro, ha proseguito la consigliera federale. La ministra ha detto di non avere consigli da dare ai Paesi dell'UE, si è però chiesta come sia possibile organizzare un referendum - in Grecia - in una sola settimana.

La votazione avrà comunque il merito di portare un po' di chiarezza, ha poi sostenuto Widmer-Schlumpf. Qualunque sia il suo esito, ha aggiunto la ministra delle finanze, la Grecia dovrà lavorare anni per risolvere i problemi.

Da parte sua il presidente della direzione ABB Ulrich Spiesshofer ha espresso timori per l'industria: "ogni nuova incertezza è indesiderata", ha affermato durante il Forum. Egli si è pure detto inquieto per la crescente deindustrializzazione della Svizzera, dovuta in particolare al franco forte.

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