Secondo alcuni parlamentari, la presentatrice RAI ha fatto «propaganda». Salvini: «Passiamoci sopra»
ROMA - La giornalista italiana Cristina Parodi è finita sulla lista nera della Lega. Dopo che, su una radio del servizio pubblico, la presentatrice ha detto che l’ascesa di Salvini è dovuta a «paura» e «ignoranza», il partito chiede che lasci la RAI.
«Se Cristina Parodi è tanto delusa dalla politica italiana scenda in campo», scrivono in una nota sei parlamentari della Lega capitanati da Paolo Tiramani, capogruppo nella Commissione di vigilanza RAI. «Con le sue offese a Matteo Salvini, la giornalista e moglie del sindaco PD di Bergamo, Giorgio Gori, ha utilizzato il servizio pubblico radio-televisivo a proprio uso e consumo, facendo propaganda politica alla faccia del pluralismo informativo e ciò non è giustificabile», aggiungono.
Intervistata nella notte tra martedì e mercoledì in “I Lunatici” di RAI Radio 2, alla domanda “Secondo te, a che cosa è dovuta l’ascesa di Salvini”, la conduttrice di “La prima volta” ha risposto: «All’arrabbiatura della gente. Al fatto che molto di quello che era stato promesso non è stato fatto. Però principalmente all’arrabbiatura, alla paura e anche un po’ all’ignoranza, secondo me».
La giornalista 53enne, ex conduttrice di "Verissimo", ha continuato: «Invece a me fa paura adesso vedere un tipo di politica che è un po’ basata sulla divisione e sui muri. Mi piacerebbe una politica che andasse incontro ai più deboli e che aiutasse questo Paese a risollevarsi in un altro modo».
Oggi Salvini - che sostiene di aver saputo dai media della nota dei suoi parlamentari contro le «parole poco carine» di Cristina Parodi - invita alla calma: «Io li chiamerò e dirò di passare sopra», ha dichiarato il ministro dell'Interno a Radio Radicale come riporta il Corriere della Sera. «Lasciamo che siano gli altri a fare polemiche, noi dobbiamo pensare a lavorare, poi gli elettori ci giudicherrano», ha aggiunto.
Intanto, sul profilo Instagram della giornalista imperversano i commenti tra chi la difende e apprezza il fatto che abbia espresso chiaramente la propria opinione e chi la critica o la sbeffeggia, dicendosi in alcuni casi deluso dalle sue dichiarazioni, considerate lontane dall'imparzialità richiesta dalla sua professione.