I legali dell'uomo accusato della morte di Yara Gambirasio hanno fornito nuovi elementi per scagionarlo in secondo grado
BRESCIA - È iniziato il processo in secondo grado per Massimo Bossetti, l’uomo condannato all’ergastolo per l’omicidio della giovane Yara Gambirasio. Il procuratore generale è stato chiaro: «La sentenza di primo grado è ineccepibile, presenta una motivazione coerente, logica, completa e dà puntualmente conto delle acquisizioni processuali».
I legali della difesa hanno fornito ai giudici altro materiale, come una chiavetta con un file contenente una fotografia satellitare che, secondo gli avvocati, potrebbe dimostrare che il cadavere della ragazzina non è rimasto nel campo di Chignolo d'Isola per tre mesi prima del ritrovamento.
Una decisione dei giudici, o la sentenza o la riapertura del processo, è attesa per metà luglio. Il carpentiere di Mapello ha ripetuto in questi giorni dal carcere di Bergamo di essere fiducioso di avere giustizia in appello. Presenti al Palazzo di Giustizia anche la madre, la sorella e la moglie di Bossetti, con la quale l’uomo si è stretto per pochi secondi la mano.