Nel giorno degli attentati di Bruxelles in Francia si riaprono le ferite del 13 novembre e la solidarietà nei confronti dei vicini assume una portata senza precedenti
PARIGI - "Uniti dall'orrore". Nel giorno degli attentati di Bruxelles in Francia si riaprono le ferite del 13 novembre e la solidarietà nei confronti dei vicini assume una portata senza precedenti. Nel sangue di Zaventem e Maalbeek si riflette la barbarie di appena quattro mesi fa alle brasserie di Parigi, al Bataclan, allo Stade de France e a Saint-Denis.
Fiori, bandiere, un raduno affollatissimo e silenzioso davanti al municipio mentre la Torre Eiffel viene illuminata con i colori giallo, rosso e nero del Belgio. Gli stessi con cui si accendono in serata anche la Porta di Brandeburgo a Berlino, Fontana di Trevi a Roma e Piazza della Signoria a Firenze. Nella vignetta di Plantu in prima pagina su Le Monde, l'unico quotidiano ad uscire nel primo pomeriggio, la Francia in lacrime stringe un Belgio distrutto nel gesto consolatorio e protettivo di chi quei massacri li ha già vissuti: "13 novembre...22 marzo...", accenna Plantu. Concetto espresso in modo decisamente più esplicito ed angosciante da Francois Hollande: "Oggi Francia e Belgio sono legati dall'orrore. È stata colpita l'intera Europa". In mattinata Hollande aveva parlato al telefono con gli alti vertici di Bruxelles ma anche con Matteo Renzi e nel pomeriggio si è recato all'ambasciata belga in segno di "solidarietà". Lì ha annunciato che le bandiere degli edifici pubblici verranno listate a lutto fino a venerdì.
Lo stesso è stato fatto sui profili Twitter e Facebook dell'Eliseo, con il blasone della République tinto di nero e accostato al tricolore belga. A inizio pomeriggio i deputati francesi hanno osservato un minuto di silenzio all'Assemblée Nationale. Poco prima il premier Manuel Valls tornava a denunciare "atti di guerra. Dobbiamo dobbiamo essere ancora più attenti nella vigilanza". Rafforzate le misure di sicurezza negli aeroporti parigini di Orly e Roissy Charles-de-Gaulle dove sono atterrati alcuni voli inizialmente diretti a Zaventem. I parigini però cercano di non farsi impressionare. Sui social network sono milioni i messaggi nei confronti del 'Plat pays', una nazione che ha così' enormemente contribuito a far brillare la cultura francofona in giro per il mondo: da Tintin a Marguerite Yourcenar, da Jacques Brel a Stromae. Fuori dalla Bibliothèque Nationale, nel cuore di Parigi, due ricercatori chiacchierano e fumano. Vorrebbero che fosse un giorno come gli altri, ma non possono fare a meno di pensare a quel che è successo nella capitale sorella ombelico dell'Europa. "Quando mi sono alzata stamattina e ho sentito la notizia mi ha preso alla gola", racconta una ragazza. Un'altra scuote la testa. Il suo sguardo sembra quasi rievocare i 130 morti del 13 novembre. L'importante, commenta un signore alla fermata del bus, è "non cedere al panico". E pazienza per i militari col fucile spianato ricomparsi nei corridoi delle stazioni o del metro, Parigi ci ha quasi fatto il callo e rifugge la paura.