L'ex segretaria ed ex contabile della Lega Nord scagiona il fondatore e parla di «forti pressioni» subite da parte dell'ex tesoriere Francesco Belsito
MILANO - "A mio parere Umberto Bossi doveva essere messo al corrente delle spese e dei costi della sua famiglia, perché, secondo me, ne era assolutamente all'oscuro, e quindi dissi a Belsito che bisognava dirglielo". Lo ha spiegato Nadia Dagrada, ex segretaria ed ex contabile della Lega Nord, testimoniando nel processo milanese a carico del "Senatur", del figlio Renzo Bossi e dell'ex tesoriere del Carroccio Francesco Belsito per appropriazione indebita per le presunte spese personali con i fondi del partito.
Stando alla deposizione di Dagrada, teste "chiave" dell'inchiesta che nel 2012 ha travolto Bossi, all'epoca segretario della Lega Nord, e i suoi familiari, Belsito le avrebbe raccontato di "pressioni sempre più forti da parte della moglie di Bossi e della senatrice Rosi Mauro che lo avevano spaventato, anche perché a volte, a suo dire, si era trattato anche di minacce".
Le "pressioni", ha chiarito la testimone, erano esercitate per ottenere "pagamenti di spese personali".