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CORRISPONDENZE ESTERORomano Piazzini per le strade del Vietnam, ricordando i fatti di 60 anni fa

07.05.14 - 09:18
Oggi, 7 maggio 2014, ricorre il sessantesimo anniversario della resa dell’esercito francese che segnava la fine del colonialismo in Indocina
Keystone
Romano Piazzini per le strade del Vietnam, ricordando i fatti di 60 anni fa
Oggi, 7 maggio 2014, ricorre il sessantesimo anniversario della resa dell’esercito francese che segnava la fine del colonialismo in Indocina

Il generale Henri Navarre, comandante delle forze francesi di stanza in Indocina, era convinto che il Viet Minh non avrebbe avuto la capacità di trasportare armi e generi alimentari nella valle di Muong Thanh.

Ho Chi Minh, invece, era stato chiaro : entro maggio ciascun soldato avrebbe dovuto convergere, con arma e cibo, su Dien Bien Phu dove in caso di ritardo, l’imminente arrivo della stagione delle piogge, avrebbe interrotto le vie di comunicazione e irrimediabilmente compromesso la vittoria.

Dando prova della tenacia e della determinazione che ancora oggi circolano nelle vene di questo popolo indomito, i soldati, alla spicciolata, in fila indiana, perlopiù di notte, al buio, con un nastro bianco in testa per indicare la via a chi seguiva, arrivarono puntuali all’appuntamento. Ding Van Ty, sulla sua bicicletta di fabbricazione sovietica, rinforzata con canne di bambù, giunse a destinazione con un carico di ben 320 kg ! di riso (www.historynet.com). Nguyen Van Bach si offrì volontario per l’innesco dell’esplosivo nascosto in una rete di gallerie costruita dal Viet Minh sotto le linee di difesa francese sulla Collina A1. Entrambi sono passati alla storia e vengono ancora celebrati come eroi nazionali di quella che viene ricordata come Guerra di Indocina.

Alla fine della seconda guerra mondiale i francesi erano riusciti a riprendere, almeno formalmente, il controllo del Vietnam. Nel bombardamento di Haiphong, del novembre 1946,  uccisero centinaia di civili, innescando così la guerra franco-vietnamita. Ho Chi Minh e le sue truppe si rifugiarono sulle montagne, dove sarebbero rimasti arroccati per gli otto anni successivi. Al principio degli scontri Ho Chi Minh annunciò profeticamente : “potrete anche uccidere 10 dei miei uomini per ognuno dei vostri, ma anche così voi perderete e io vincerò”. Dopo otto anni di combattimenti, il Viet Minh, riuscì ad assumere il controllo di gran parte del Vietnam e del vicino Laos. Il 7 maggio 1954, dopo un assedio durato 57 giorni, oltre 10’000 soldati francesi, stremati dalla fame, si arresero a Dien Bien Phu.

Oggi, 7 maggio 2014, ricorre il sessantesimo anniversario della resa dell’esercito francese che segnava la fine del colonialismo in Indocina. Le strade del nord Vietnam che stiamo percorrendo in questi giorni sono tappezzate di striscioni commemorativi. Gli innumerevoli monumenti a Ho Chi Minh, il padre della nazione, sono decorati a festa con corone di fiori e bastoncini di incenso fumanti.

Benché il governo vietnamita si sforzi di conservare intatta la memoria di questi storici eventi attraverso documentari televisivi e manifestazioni, i giovani vietnamiti, concentrati sul loro futuro, mostrano scarso interesse per l’argomento, di cui hanno soltanto una vaga idea.

Lungo le tortuose strade di montagna abbiamo per contro incrociato interi autobus di veterani in uniforme, con grappoli di medaglie puntate al petto, diretti sui principali teatri di guerra.

Georges, un pensionato francese incontrato ieri sera in una casa degli abitanti, sostiene di vivere con emozioni profonde questo momento. Suo padre era infatti reduce di Indocina. Fatto prigioniero, venne poi scambiato e rimpatriato a fine guerra. I ricordi dei suoi racconti riaffiorano nella mente di Georges, il cui commosso sguardo si perde tra queste colline erose dalle intemperie, aspre e inospitali formazioni di roccia carsica ricoperte di fitta vegetazione che lasciano spazio all’immaginazione.

 

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