Il Pd insiste sulla proposta del segretario ma mette sempre più in conto la possibilità di nuove elezioni ed anche il Pdl insiste sul voto, soprattutto ora che deve fare fronte all'offensiva giudiziaria che pende sul capo di Silvio Berlusconi. "Noi tra sfascio e nuovo voto a giugno preferiamo un nuovo voto" conferma il segretario del Pdl, Angelino Alfano.
"O Bersani o il voto", sottolinea anche Matteo Renzi che si professa poco ottimista sulla possibilità che il segretario del Pd riesca a raccogliere una maggioranza sui suoi otto punti di programma. E che aggiunge una nuova equazione al rebus governo già ingarbugliato: se ci saranno elezioni anticipate, sostiene, servirà anche fare prima le primarie del Pd. Anche perché dai 5 Stelle la porta resta sempre chiusa.
Il movimento non vuole dialogare con nessuno dei partiti che hanno fatto parte della seconda Repubblica e ripete di essere disponibile solo a votare legge per legge. Neppure un appello di 'intellettuali' lanciato dalle colonne di Repubblica, in cui oltre agli otto punti si propone una 'precondizione' per dare la fiducia al governo a guida Bersani: un preventivo voto in giunta parlamentare per dare seguito alla richiesta di ineleggibilità di Berlusconi, firmata da ormai 150.000 persone. "Se non ora quando?", si chiede nell'appello a Grillo dove si definisce il niet del M5S ad un governo che facesse propri alcuni punti fondamentali della loro battaglia "una forma di suicidio".