La mancata denuncia potrebbe diventare presto un reato penale
SYDNEY - I sacerdoti non potranno più usare il segreto del confessionale per evitare di denunciare alla polizia informazioni rivelate su abusi sessuali a minori. E' una delle 85 raccomandazioni della Commissione australiana d'inchiesta sulle risposte delle istituzioni agli abusi sessuali su minori, dopo quattro anni di udienze, nel rapporto inteso a rafforzare il sistema penale per assicurare un trattamento più giusto delle vittime di abusi sessuali.
Se le raccomandazioni saranno adottate dai governi federale e statali, la mancata denuncia diverrebbe un reato penale. «Si raccomanda che non vi siano esenzioni, scuse, protezione o privilegi, accordate al clero che manchi di riferire informazioni apprese in connessione con una confessione religiosa», recita il rapporto.
«Il diritto a praticare credenze religiose si deve adeguare agli obblighi della società civile di assicurare la sicurezza di tutti, e in particolare dei minori dagli abusi sessuali. Riferire alla polizia informazioni sull'abuso sessuale di minori è cruciale per assicurarne la protezione», aggiunge.
Immediate le reazioni delle gerarchie cattoliche e anglicane, che invocano l'obiezione di coscienza. L'arcivescovo cattolico di Melbourne, Denis Hart, si dice pronto a subire il carcere piuttosto che rivelare contenuti delle confessioni, affermando che la sacralità delle comunicazioni con Dio durante la confessione deve essere al di sopra della legge. Gli ha fatto eco l'arcivescovo di Brisbane Mark Coleridge, secondo cui la relazione fra sacerdote e penitente è diversa da ogni altra, poiché il penitente parla non al prete ma a Dio e il prete è solo un mediatore.