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ITALIAPrescritta violenza su bimba, le reazioni 

22.02.17 - 21:41
Ti-Press
Prescritta violenza su bimba, le reazioni 

TORINO - Il caso dello stupro su una bambina prescritto dopo vent'anni "rischia di minare la credibilità e l'autorevolezza del sistema giustizia". Dopo le scuse dei giudici, e l'invio degli ispettori del ministro Orlando, si muove anche il Csm. "Non spetta a noi promuovere l'azione disciplinare, ma non possiamo rassegnarci che fatti di questa gravità rimangano in attesa di fissazione da nove anni", dice al plenum del Csm il vicepresidente Giovanni Legnini. E vuole vederci chiaro anche il procuratore generale della Cassazione, Pasquale Ciccolo, lui sì titolare dell'azione disciplinare, che ha chiesto informazioni per capire cosa sia successo.

Non si placano dunque le polemiche per il colpo di spugna che ha cancellato gli abusi sessuali su una bambina di sette anni. Dall'epoca del fatto alla sentenza d'appello, a Torino, sono passati due decenni e i giudici non hanno avuto altra scelta: reato prescritto, non luogo a procedere contro un uomo (l'allora convivente della mamma della vittima) che in primo grado, ad Alessandria, era stato condannato a 12 anni. In carcere a La Spezia per altri reati, l'uomo è difeso dagli avvocati genovesi Claudio Zadra e Maurizio Cerisola. E ora, in teoria, potrebbe anche chiedere un risarcimento per non avere avuto un giusto processo. La beffa oltre al danno.

E' "indispensabile cercare di capire esattamente cosa sia successo", sostiene il consigliere laico Renato Balduzzi nel dibattito sulla vicenda, oggi al plenum del Csm, per altro su una "fattispecie di tale gravità per cui il legislatore, nel 2013, ha previsto la trattazione prioritaria", ricorda ancora Legnini. "Il dubbio è che non sia un fatto isolato, e dobbiamo capire come sia possibile", aggiunge Balduzzi.

Un tema della prescrizione è strettamente legato alla riforma del processo penale. E se il procuratore generale del Piemonte, Francesco Saluzzo, ha definito l'appello "il collo di bottiglia del processo, il punto in cui la procedura si inceppa", oggi il presidente della Camera Penale del Piemonte occidentale, avvocato Roberto Trinchero, ha ricordato che "il diritto a impugnare una sentenza da parte degli imputati è sacrosanto". E che "per risolvere i problemi della lunghezza dei processi non bisogna allungare la prescrizione".

"Le gravissime violazioni dell'infanzia devono avere la priorità, con corsie preferenziali nella celebrazione dei processi, a tutela della salute fisica e psichica delle persone di minore età che ne sono vittime. Il trascorrere del tempo non deve vincere sulla giustizia", è l'auspicio dell'Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza, Filomena Albano.

Sullo sfondo restano le "carenze organizzative" dell'amministrazione della giustizia evidenziate dall'Anm che, nell'esprimere "sconcerto" per "l'epilogo doloroso della vicenda giudiziaria", parla di una "inadeguata valutazione delle ineludibili priorità nella trattazione dei processi, soprattutto in relazione alla gravità e alla delicatezza dei fatti da giudicare".

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