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GERMANIA25 anni dopo, Gorbaciov: "Verso una nuova guerra fredda"

08.11.14 - 17:58
La Linke condanna "l'ingiustizia statale" della DDR. Si susseguono i pensieri dei politici di oggi e di ieri
25 anni dopo, Gorbaciov: "Verso una nuova guerra fredda"
La Linke condanna "l'ingiustizia statale" della DDR. Si susseguono i pensieri dei politici di oggi e di ieri

BERLINO - Dopo 25 anni dalla caduta del Muro, la Linke condanna "l'ingiustizia statale" della DDR, rinnovando le scuse del partito PDS da cui prende le origini. La posizione è stata presa in un comunicato congiunto firmato dei presidenti Katja Kipping e Bernd Riexinger, e dal capogruppo parlamentare Gregor Gysi. "Era uno stato in cui l'arbitrio politico poteva in ogni momento sostituire diritto e giustizia, e decine di migliaia di biografie, attraverso l'ingiustizia statale, sono state violate e distrutte", si legge.

Gorbaciov: "Il mondo è su soglia di una nuova guerra fredda" - "Il mondo è alla soglia di una nuova guerra fredda. Alcuni dicono che è già iniziata". Lo ha detto Michael Gorbaciov, oggi a Berlino, per i 25 anni dalla caduta del Muro, attaccando l'Occidente. "Gli eventi dei mesi scorsi sono le conseguenze di una politica di corto respiro, che viene dal tentativo di ignorare gli interessi dei partner", ha continuato. Negli ultimi mesi "c'è stato un crollo della fiducia".

Già dal 1990 l'occidente ha iniziato a seppellire la fiducia che la rivoluzione pacifica aveva reso possibile: ha Gorbaciov citando come esempi "l'espansione della Nato, la Jugoslavia e soprattutto il Kosovo, il piano di difesa missilistico, e poi Iraq, Libia, Siria". "E chi soffre di più di tutto questo? - ha aggiunto - L'Europa, la nostra casa comune". "Io qui a Berlino - ha concluso - per l'anniversario della caduta del Muro, devo rilevare che tutto questo ha ripercussioni anche sulle relazioni fra Russia e Germania".

George Bush padre: "La caduta del Muro di Berlino mi rese euforico" - Alla notizia della caduta del Muro di Berlino, il 9 novembre 1989, l'allora presidente Usa George Bush era "euforico", ma fece attenzione a non fare "commenti frettolosi ai media", perché "non era il momento di gongolare".

"Sebbene fossi euforico per quello che sembrava essere accaduto, ho immediatamente evitato di fare commenti frettolosi ai media. Abbiamo dovuto fare attenzione a come rappresentare la nostra risposta alla buona notizia, anticipando non solo la reazione del presidente Gorbaciov, ma anche quella della sua opposizione all'interno dell'Unione Sovietica". Lo ha raccontato lo stesso ex presidente in un'intervista a Sky TG24, che sarà mandata in onda domani, in occasione del 25/mo anniversario della caduta del Muro.

"Quando ho iniziato il mio mandato nel gennaio del 1989, nessuno avrebbe potuto prevedere gli eventi che avremmo visto trasparire nel corso dei due anni seguenti, la caduta del Muro, la Germania unita in seno alla NATO e, naturalmente l'implosione dell'Unione Sovietica per essere poi sostituita da un Comunità di Stati Indipendenti che comprendeva una Russia democratica", ha affermato Bush, ricordando anche la sua amicizia con Michail Gorbaciov e Boris Eltsin: "entrambi, ognuno nella propria maniera, avevano una personalità avvincente, un carisma che davano alle nostre interazioni una qualità speciale. Mi piacevano entrambi molto, e dopo un certo periodo di tempo ho considerato entrambi amici genuini".

Hollande: "La caduta del Muro è un'eredità che ci crea degli obblighi" - La caduta del Muro di Berlino è una "eredità per noi francesi, tedeschi ed europei che ci crea degli obblighi": lo ha scritto oggi il presidente francese Francois Hollande in un articolo pubblicato sul tabloid tedesco Bild in occasione del 25mo anniversario della caduta del Muro.

"Venticinque anni dopo, la caduta del Muro è un'eredità... che ci obbliga a impegnarci, anche lontano dall'Europa", scrive Hollande: "Questo è ciò che fanno i nostri Paesi di fronte ai terroristi in Iraq, in Siria o nel Sahel", prosegue il presidente francese riferendosi anche alla decisione della Germania di inviare armi ai curdi nella lotta contro gli estremisti dello Stato Islamico (Isis).

Un impegno, sottolinea Hollande, necessario "perché osserviamo che la pace e la sicurezza sono di nuovo una sfida, alle frontiere dell'unione europea. Perché vediamo emergere nuovi fanatismi che rappresentano un oltraggio alla libertà e alla dignità umana. Alcuni, anche in seno alle nostre società, vorrebbero erigere dei muri per dividerci".

ats

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