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SCIENZASe mangi meno, vivi di più

19.12.11 - 21:01
Foto Ti-Press
Se mangi meno, vivi di più

Se vi state già pregustando gli smodati cenoni e pantagruelici pranzi delle prossime feste natalizie, è bene ricordare che una dieta parca, povera di calorie, mantiene il cervello "sempreverde", grazie a una molecola chiave per il cervello, attivata proprio da un'alimentazione moderata (dieta ipocalorica o restrizione calorica).

Pubblicata sulla rivista "PNAS", è la scoperta italiana di un team dell'università Cattolica di Roma coordinato da Giovambattista Pani. La molecola si chiama Creb1 e si attiva quando si mangia poco, proteggendo in vari modi il cervello e "oleandone" le sinapsi (collegamenti tra neuroni) per mantenerle giovani e scattanti.

Sono ormai numerosi gli studi che indicano come il grasso corporeo "appesantisca" anche il cervello oltre che la silhouette, aumentando il rischio di atrofia, defaillance mnemoniche e cognitive, nonché accelerandone l'invecchiamento con la comparsa precoce di malattie gravi come la demenza senile o morbo di Alzheimer.

Viceversa, la restrizione calorica, ovvero una dieta non particolarmente drastica, si è dimostrata capace di allungare la vita e la salute del cervello in molti modelli sperimentali. Sottoposti a restrizione calorica, i topi presentano, infatti, migliori performance cognitive, sono meno aggressivi e non sviluppano, se non tardivamente, la malattia di Alzheimer e, comunque, in forma meno grave rispetto agli animali supernutriti.

Gli italiani hanno compreso che dietro l'efficacia "anti-aging" della dieta sul cervello si nasconde l'azione di Creb1. Infatti i ricercatori hanno scoperto che la funzione benefica di CREB1 nel cervello può essere di molto aumentata semplicemente riducendo l'introito calorico dei topolini, cioè "mettendoli a stecchetto". Viceversa, in assenza totale di Creb1 nel cervello dei topi, questi, anche se a dieta, non traggono benefici dalla restrizione calorica e il loro cervello invecchia comunque.

La scoperta è coerente con le funzioni già note di Creb1: la molecola, infatti, regola importanti funzioni cerebrali come la memoria, l'apprendimento, il controllo dell'ansia e la sua attività diminuisce o viene compromessa fisiologicamente dall'età che avanza.

"La speranza - afferma Pani - è che si trovi il modo di attivare CREB1 attraverso nuovi farmaci, quindi senza doverci sottoporre a una dieta ferrea. Quindi - conclude - la ricerca ha notevoli implicazioni per future terapie per mantenere il cervello giovane e prevenire la degenerazione senile. Inoltre, i nostri studi gettano luce sulla correlazione, evidente ma mai completamente compresa, tra malattie metaboliche (diabete e obesità) e declino delle attività cognitive".
 

ATS

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