Morto dopo la gara di bodybuilding: l'autopsia non risolve il mistero
Saranno necessari i risultati degli esami tossicologici per determinare le cause del decesso del giovane Daniele Pozzi
VARESE - La morte di Daniele Pozzi, il giovane culturista ritrovato senza vita lunedì nella propria camera d’albergo a Padova, resta avvolta nel mistero. L’autopsia effettuata sul corpo del 23enne - come riportato dai media italiani - non ha infatti rilevato segni di violenza né fornito per il momento indicazioni chiare sulle cause del decesso.
I magistrati che indagano sulla prematura scomparsa del giovane bodybuilder italiano - che lavorava come agente di sicurezza in Ticino - dovranno ora attendere l’esito degli esami tossicologici per capire cosa sia effettivamente avvenuto nelle ore successive al trionfo ottenuto (con 4 ori) durante la Yamamoto Cup, competizione del circuito Pro della Federazione internazionale di bodybuilding, tenutasi domenica scorsa nel capoluogo padovano.
Famiglia e magistrato incaricato potrebbero ricevere i primi risultati tra un mese. La relazione finale è invece attesa entro 90 giorni. Nel frattempo è attesa in queste ore l’autorizzazione al trasferimento della salma del 23enne a Varese per la celebrazione dei funerali.




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